Lunedì 22 dicembre alle ore 20.45 il regista Matteo Oleotto torna a Cinemazero per presentare il suo ultimo film, Ultimo schiaffo, distribuito da Tucker Film. Con lui anche il cast del film.
C’è il Natale che tutti conosciamo: il presepio, le lucine, l’abete, il calore rassicurante delle feste. E poi c’è il Natale di Petra e Jure, lontano anni luce da ogni possibile forma di tepore – sentimentale, spirituale o meteorologico. I due fratelli vivono sottozero, in un paesello di montagna dove il freddo è una condizione dell’anima prima ancora che del clima. Ma la gelida immobilità del luogo e dei suoi pochi abitanti comincia a pesare: esiste una via di fuga per chi, come loro, sembra nato ai margini? Esiste un’ipotesi di futuro per una coppia di giovani e scalcagnati tuttofare di montagna?
La risposta, come spesso accade, è una sola: servono soldi. E la provvidenziale scomparsa del cane Marlowe, con l’annessa promessa di una “lauta ricompensa”, sembra offrire un’occasione migliore dei tanti espedienti quotidiani – leciti e meno leciti – messi in campo per sopravvivere.
Dopo Zoran, il mio nipote scemo, Matteo Oleotto continua a esplorare i colori placidi e bizzarri della provincia, costruendo un racconto bianco come la neve e nero come i fatti di cronaca. Ultimo schiaffo è una partitura (quasi) natalizia in cui convivono commedia e tragedia, e dove ogni personaggio diventa ingranaggio di un rovinoso effetto domino.
“Ultimo schiaffo racconta un gruppo di perdenti che ogni giorno tenta di restare a galla, lottando contro un persistente senso di inadeguatezza” ha spiegato il regista. “Tutti desiderano qualcosa in più dalla vita, ma nessuno sembra avere davvero la forza – o la fiducia – per ottenerlo. L’ambientazione natalizia non è casuale: il contrasto tra il calduccio rassicurante delle feste e la tristezza siberiana dei personaggi genera un cortocircuito irresistibile, che trasforma questa ballata di provincia – la seconda dopo Zoran – in una vera e propria dark comedy.Il riferimento dichiarato è Fargo dei fratelli Coen, non tanto per gli intrecci polizieschi quanto per il legame indissolubile tra personaggi e ambiente. Alla montagna americana del Minnesota e del Dakota si contrappone qui la montagna friulana, con il villaggio minerario di Cave del Predil: neve, ghiaccio, piccoli e grandi crimini, e una natura che diventa antagonista. Tutto ciò che serve per trasportare lo spettatore altrove, fuori dalle rotte consuete.”