ANGELO PENNONI

AN­GE­LO PEN­NO­NI FO­TO­GRA­FO DI CI­NE­MA
fo­to­gra­fie di An­ge­lo Pen­no­ni

Ca­ta­lo­ga­te e fo­to­gra­fa­te 58 foto in­cor­ni­cia­te con cor­ni­ci nere in al­lu­mi­nio (cm. 50 x 40), le foto in b/n sono in­cor­ni­cia­te al vivo men­tre le foto a co­lo­ri (cm. 30 x 40) hanno il pass-par­tout bian­co.
I film nella mo­stra:
Ri­co­min­cio da tre(4 foto - 3 b/n - 4 col, tutte orizz.) - Io, io, io e...​gli altri (7 foto b/n tutte orizz.) - In nome del Papa re (6 foto b/n  - 5 orizz. - 1 vert.) - Sto­rie scel­le­ra­te (5 foto b/n orizz.) - In­fan­zia e vo­ca­zio­ne G.​Casanova (7 foto - 6 b/n orizz. - 1 col. orizz.) - Ac­cat­to­ne (9 foto b/n - 7 orizz., 2 vert.) - La sto­ria di Piera (4 foto b/n - 3 orizz., 1 vert.) - Per gra­zia ri­ce­vu­ta (7 foto - 3 b/n orizz. - 1 col. vert.) - Il fiore delle mille e una notte (10 fo­to-4col.orizz.,1col.​vert.-4 b/n orizz.,1 b/n vert.)
 
Il ci­ne­ma ita­lia­no stra­boc­ca di per­so­nag­gi che hanno fatto tanto ma che si co­no­sco­no poco. O co­mun­que non ab­ba­stan­za. Uno di que­sti è An­ge­lo Pen­no­ni, fo­to­gra­fo di scena umbro di na­sci­ta, ro­ma­no d’a­do­zio­ne.
Il quale ha at­tra­ver­sa­to tutto il ci­ne­ma ita­lia­no dagli anni ‘50 fino ai primi anni ‘90 la­vo­ran­do in più di cento set ac­can­to a De Sica, Bla­set­ti, Co­men­ci­ni, Pa­so­li­ni, Magni, Fer­re­ri. Una spe­cie di te­sti­mo­ne on­ni­pre­sen­te, tra­sver­sa­le, con­ti­nuo del no­stro ci­ne­ma. In­nan­zit­tut­to la ca­pa­ci­tà di tro­va­re sem­pre istin­ti­va­men­te l’an­go­la­tu­ra giu­sta, con un com­por­ta­men­to da vero re­gi­sta. Im­ma­gi­ni quin­di molto re­la­ti­va­men­te sta­ti­che che di fatto s’im­pa­ren­ta­no for­te­men­te con il ci­ne­ma.
Ma la dote più gran­de di An­ge­lo Pen­no­ni è la ten­sio­ne emo­ti­va, la forza in­te­rio­re che rie­sce ad in­fon­de­re alle sue im­ma­gi­ni. Lo sguar­do con cui Pen­no­ni ha os­ser­va­to il Cit­ti-Ac­cat­to­ne di Pa­so­li­ni, la Man­ga­no o la Lol­lo­bri­gi­da di­ret­te da Bla­set­ti. E poi Ma­stro­ian­ni, Fer­re­ri dagli occhi  ora tri­sti ora ru­vi­di, Troi­si vi­va­ce e di­sin­can­ta­to.
La vera fo­to­gra­fia ferma l’im­ma­gi­ne, ma solo for­mal­men­te. Come fa la pa­ro­la scrit­ta con l’e­mo­zio­ne. Il ci­ne­ma ita­lia­no si ”muove”, ec­co­me, nelle fo­to­gra­fie di An­ge­lo Pen­no­ni.
 
An­ge­lo Pen­no­ni nac­que a Gual­do Ta­di­no in pro­vin­cia di Pe­ru­gia il 15 mag­gio 1922. A soli 14 anni si tra­sfe­ri­sce a Roma dove si av­vi­ci­na al­l’ar­te fo­to­gra­fi­ca fre­quen­tan­do lo stu­dio di Rossi&Li­vol­si in via del Tri­to­ne. Si di­stin­gue da su­bi­to come bra­vis­si­mo ri­toc­ca­to­re di la­stre e ot­ti­mo ri­trat­ti­sta. L’am­bien­te del­l’a­te­lier ro­ma­no è molto crea­ti­vo e sti­mo­lan­te: can­tan­ti li­ri­ci e va­rie­ga­te per­so­ne le­ga­te alla Ro­ma-be­ne, in­tro­du­co­no Pen­no­ni, an­co­ra gio­va­nis­si­mo, nel mondo dello spet­ta­co­lo. Nel 1951 è al fian­co di Vit­to­rio De Sica come fo­to­gra­fo di scena di Mi­ra­co­lo a Mi­la­no. Per lo stes­so re­gi­sta la­vo­ra anche in Um­ber­to D. e Sta­zio­ne Ter­mi­ni dove co­no­sce Réné Clair che lo vor­reb­be con sé a Pa­ri­gi. Dagli anni ‘50 sino ai primi anni ‘90 at­tra­ver­sa tutto il ci­ne­ma ita­lia­no: lo tro­via­mo in più di cento set vi­ci­no a De Sica, Bla­set­ti, Co­men­ci­ni, Magni, Pa­so­li­ni, Fer­re­ri, Lat­tua­da, Mo­ni­cel­li, Troi­si e tanti, tanti altri.
An­ge­lo Pen­no­ni mo­ri­rà im­prov­vi­sa­men­te nel di­cem­bre del 1992 dopo aver fi­ni­to di fo­to­gra­fa­re sul set di Dia­rio di un vizio di Marco Fer­re­ri.