Roberto Andò a cinemazero


Ro­ber­to Andò – amico e col­la­bo­ra­to­re di Leo­nar­do Scia­scia, Fran­ce­sco Rosi, Fe­de­ri­co Fel­li­ni, Mi­chael Ci­mi­no, Ha­rold Pin­ter, Fran­cis Ford Cop­po­la, au­to­re anche di piece tea­tra­li, al­le­sti­men­ti di opere li­ri­che, re­ci­tal mu­si­ca­li – porta a Ci­ne­ma­ze­ro mer­co­le­dì 27 apri­le alle 21.00 il suo ul­ti­mo film: “Le con­fes­sio­ni”.

Dopo il suc­ces­so di pub­bli­co e cri­ti­ca di “Viva la li­ber­tà” tro­via­mo an­co­ra sullo scher­mo Toni Ser­vil­lo, af­fian­ca­to da un cast in­ter­na­zio­na­le che spa­zia da Da­niel Au­teuil a Mo­ri­tz Bleib­treu, ac­can­to a Pier­fran­ce­sco Fa­vi­no e Con­nie Niel­sen o Lam­bert Wil­son. La sce­neg­gia­tu­ra con­fer­ma la fe­li­ce col­la­bo­ra­zio­ne con An­ge­lo Pa­squi­ni – tra le altre cose fon­da­to­re della ri­vi­sta sa­ti­ri­ca “Il Male” – che con “Viva la li­ber­tà” aveva con­qui­sta­to il “David di Do­na­tel­lo”, il “Na­stro d’ar­gen­to” e il “Ciak d’oro” per la mi­glio­re sce­neg­gia­tu­ra.

​Si chiu­de il cer­chio con Ni­co­la Pio­va­ni, che ha fir­ma­to le mu­si­che ori­gi­na­li del film, rie­su­man­do un me­to­do fra i più tra­di­zio­na­li ma oggi in di­su­so: re­gi­stra­re con l’or­che­stra che suona dal vivo men­tre da­van­ti agli occhi del di­ret­to­re e del re­gi­sta scor­ro­no le im­ma­gi­ni delle se­quen­ze del film, ga­ran­ten­do così una mag­gio­re ade­sio­ne e com­pe­ne­tra­zio­ne tra suono, azio­ne e im­ma­gi­ne. 

Andò torna a ri­flet­te­re con acume e iro­nia sul po­te­re, por­tan­do la te­le­ca­me­ra da Roma alla Ger­ma­nia, in un al­ber­go di lusso dove sta per riu­nir­si un G8 dei mi­ni­stri del­l’e­co­no­mia in cui si vuole adot­ta­re una ma­no­vra se­gre­ta che avrà con­se­guen­ze molto pe­san­ti per al­cu­ni Paesi. Con gli uo­mi­ni di go­ver­no, ci sono anche il di­ret­to­re del Fondo Mo­ne­ta­rio In­ter­na­zio­na­le, Da­niel Roché (Au­teuil), e tre ospi­ti: una ce­le­bre scrit­tri­ce di libri per bam­bi­ni, una rock star e un mo­na­co ita­lia­no, Ro­ber­to Salus (Ser­vil­lo).  Ac­ca­de però un fatto tra­gi­co e inat­te­so e la riu­nio­ne deve es­se­re so­spe­sa. In un clima di dub­bio e di paura, i mi­ni­stri e il mo­na­co in­gag­gia­no una sfida sem­pre più ser­ra­ta in­tor­no al se­gre­to. I mi­ni­stri so­spet­ta­no in­fat­ti che Salus, at­tra­ver­so la con­fes­sio­ne di uno di loro, sia riu­sci­to a sa­pe­re della ter­ri­bi­le ma­no­vra che stan­no per va­ra­re, e lo sol­le­ci­ta­no in tutti i modi a dire quel­lo che sa. Ma il mo­na­co – un uomo pa­ra­dos­sa­le e spiaz­zan­te, per molti aspet­ti inaf­fer­ra­bi­le – si fa cu­sto­de ina­mo­vi­bi­le del se­gre­to della con­fes­sio­ne, men­tre gli uo­mi­ni di po­te­re, as­sa­li­ti da ri­mor­si e in­cer­tez­ze, ini­zia­no a va­cil­la­re…

Un th­ril­ler ano­ma­lo, che fa ri­de­re e ri­flet­te­re sul se­gre­to, uno dei fon­da­men­ti del po­te­re, un gial­lo del­l’a­ni­ma, ma anche un no­bi­le esem­pio di quel ci­ne­ma che un tempo si de­fi­ni­va “ci­vi­le” e che con mae­stria ed ef­fi­ca­cia sa par­la­re al pub­bli­co senza di­men­ti­ca­re che è com­po­sto da cit­ta­di­ni.