L'Atalante di Jean Vigo in versione restaurata. Un film da vedere, rivedere e rivedere ancora!

Per l'ap­pun­ta­men­to con i clas­si­ci, lu­ne­dì 15 gen­na­io alle 21.30, non per­de­te­vi la ver­sio­ne re­stau­ra­ta di L'A­ta­lan­te di Jean Vigo.

 

"Un ca­po­la­vo­ro di un au­to­re pro­di­gio, che inau­gu­ra il re­stau­ro di tutta l'o­pe­ra di Vigo, morto di tu­ber­co­lo­si a 29 anni nel 1934, pro­prio men­tre lo stava ter­mi­nan­do, la­scian­do anche altri tre film sor­pren­den­ti: À pro­pos de Nice, La na­ta­tion par Jean TarisZéro de con­dui­te.

Vigo fa­ce­va parte di quel grup­po di ar­ti­sti fran­ce­si che si erano in­na­mo­ra­ti dei prin­cì­pi della ri­vo­lu­zio­ne russa ed erano stati de­lu­si dallo sta­li­ni­smo che quei prin­cì­pi aveva mor­ti­fi­ca­to. Un do­lo­re in­tel­let­tua­le che di­ven­ta la chia­ve del film, in uno stile mi­ni­ma­le-sim­bo­li­co. Ogni per­so­nag­gio segue le pro­prie at­ti­tu­di­ni e cerca di com­pie­re il pro­prio de­sti­no: è ri­cer­ca di li­ber­tà (la donna ad­di­rit­tu­ra la­scia tutto, pic­co­la ri­vo­lu­zio­ne pri­va­ta); c'è l'a­mo­re co­mu­ne e quel­lo co­niu­ga­le (so­prat­tut­to fi­si­co); c'è il la­vo­ro e ci sono i sogni lon­ta­ni, o pas­sa­ti, co­mun­que ir­rag­giun­gi­bi­li (Jules). E in­fi­ne c'è la sco­per­ta che soli non si con­clu­de nien­te, è me­glio stare in­sie­me. Dun­que ma­ni­fe­sto del ci­ne­ma fran­ce­se con tutte quel­le pre­ci­se espres­sio­ni: la vita e il de­sti­no at­tra­ver­so i sim­bo­li ra­gio­na­ti ri­spet­to a quel mo­men­to sto­ri­co.

In una cit­ta­di­na fran­ce­se, Jean, che ge­sti­sce una chiat­ta flu­via­le da tra­spor­to, sposa Ju­liet­te. La chiat­ta di­ven­ta la loro casa, in com­pa­gnia di Jules, an­zia­no ma­ri­na­io che ha gi­ra­to il mondo, e di un ra­gaz­zo che li aiuta. La vita ma­tri­mo­nia­le è gra­de­vo­le. Jules in­can­ta tutti con le sto­rie delle sue av­ven­tu­re. Ben pre­sto Ju­liet­te co­min­cia a sen­tir­si a di­sa­gio in quel­l'an­gu­sto spa­zio gal­leg­gian­te, fino a li­ti­ga­re col ma­ri­to e ad an­dar­se­ne. Jules è sem­pre più di­spe­ra­to. Pur di ri­ve­de­re la mo­glie, che ha a lungo cer­ca­to, ri­cor­re per­si­no alla su­per­sti­zio­ne se­con­do la quale se ter­rai gli occhi aper­ti in acqua ve­drai la tua amata. Jules si butta nel fiume, nuota a occhi aper­ti (è la scena "mi­tiz­za­ta" da una sigla di Rai 3) e vede la mo­glie in abito da sposa. La sua di­spe­ra­zio­ne di­ven­ta in­tol­le­ra­bi­le, po­treb­be anche mo­ri­re e al­lo­ra i suoi amici de­ci­do­no di ri­tro­va­re a ogni costo la donna. E la tro­va­no. E lei è ben fe­li­ce di tor­na­re in­sie­me agli altri".

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