Il maestro Marco Tullio Giordana presenta a Cinemazero giovedì 15 marzo il suo NOME DI DONNA

Gio­ve­dì 15 marzo alle 20.00 al Ci­ne­ma Cen­tra­le e al ter­mi­ne della pro­ie­zio­ne delle 21.00 a Ci­ne­ma­ze­ro ar­ri­va il mae­stro Marco Tul­lio Gior­da­na, per pre­sen­ta­re il suo ul­ti­mo, at­tua­lis­si­mo film: NOME DI DONNA

Nato in tempi non so­spet­ti e tri­ste­men­te por­ta­to alla ri­bal­ta dai re­cen­ti scan­da­li nel mondo dello spet­ta­co­lo, l’o­pe­ra di Gior­da­na de­nun­cia con forza il tema degli abusi sulle donne e il di­ver­so trat­ta­men­to che esse hanno al­l’in­ter­no della no­stra so­cie­tà. Non solo sotto i ri­flet­to­ri ma anche nella quo­ti­dia­ni­tà, vite vio­la­te le cui sto­rie spes­so non ve­do­no la luce. Ag­gi­ran­do re­to­ri­ca e po­li­ti­ca, Gior­da­na di­mo­stra la sua sen­si­bi­li­tà tro­van­do nel­l’a­ni­mo di una donna co­mu­ne l’or­ro­re che que­ste con­di­zio­ni pos­so­no crea­re ma anche la forza e la di­gni­tà per usci­re dal­l’om­bra e cam­bia­re le cose.

 

Al cen­tro la vi­cen­da pa­ra­dig­ma­ti­ca di Nina Mar­ti­ni (Cri­stia­na Ca­po­ton­di), una gio­va­ne donna che cerca e trova la­vo­ro in una cli­ni­ca per an­zia­ni in Brian­za, tra­sfe­ren­do­si con la sua bimba in un pae­set­to del­l’hin­ter­land mi­la­ne­se in cerca di un po’ di calma e se­re­ni­tà. La sua pro­fes­sio­na­li­tà le ga­ran­ti­sce l’as­sun­zio­ne, ma la tran­quil­li­tà au­spi­ca­ta viene su­bi­to spor­ca­ta dal com­por­ta­men­to del di­ret­to­re della strut­tu­ra, che la mo­le­sta ses­sual­men­te con in­si­sten­ti avan­ce. Nina è così co­stret­ta ad in­gag­gia­re una lotta con l’am­bien­te, gli ste­reo­ti­pi, le abi­tu­di­ni men­ta­li per poter ot­te­ne­re giu­sti­zia, e sbloc­ca­re il clima di omer­tà che le col­le­ghe, so­prat­tut­to donne, al­za­no ap­pe­na lei de­nun­cia il di­ret­to­re.

 

Una sto­ria che con­fer­ma l’im­pe­gno ci­vi­le di molte opere di Gior­da­na e che qui, più che guar­da­re al pas­sa­to (come fece in Pa­so­li­ni: un de­lit­to ita­lia­no (1995), I cento passi (2000) o Ro­man­zo di una stra­ge (2012) quasi pre­fi­gu­ra l’u­ni­ca ri­po­sta pos­si­bi­le allo stato at­tua­le delle cose: un cam­bio di rotta e di cul­tu­ra, rag­giun­gi­bi­li gra­zie a fi­gu­re come la pro­ta­go­ni­sta Nina.

 

I bi­gliet­ti sono di­spo­ni­bi­li in pre­ven­di­ta e senza costi ag­giun­ti­vi alle casse di Ci­ne­ma­ze­ro e qui