Come vincere la guerra

Come vincere la guerra
un film di Roland Sejko

Mercoledì 26 settempre, ore 20.45, Cinemazero
incontro con il regista

Clicca qui per acquistare i biglietti in prevendita

Nell’ambito delle celebrazioni del Centenario della Grande Guerra, mercoledì 26 settembre alle 20.45 in SalaGrande a Cinemazero il regista Roland Sejko (David di Donatello per il Miglior documentario con Anija – La nave) introdurrà il film documentario Come vincere la Guerra, presentato in anteprima al Festival Il Cinema Ritrovato.

Frutto delle ricerche congiunte di Gabriele D’Autilia, Luca Giuliani e Roland Sejko, con il montaggio puntuale di Luca Onorati, un notevole lavoro sulle musiche di Riccardo Giagni e le voci narranti di Massimo Wertmüller e Lucio Saccone, il documentario parte da una ricerca condotta in collaborazione con la Cineteca del Friuli su filmati d’archivio di proprietà del NARA - National Archives and Records Administration e della Library of Congress, cui si aggiungono materiali dell’Archivio Storico Luce, delle Collezioni del Museo Nazionale del Cinema di Torino, dell’Imperial War Museum (UK), dell’Etablissement de Communication et de Production Audiovisuelle de la Défense (Francia).

L’attenzione è concentrata su un momento cruciale del conflitto: l’intervento degli Stati Uniti in Europa, che a partire dalla dichiarazione di guerra alla Germania nell’aprile del 1917, avrebbe determinato una svolta decisiva degli eventi.

I nuovi alleati però dovranno essere impegnati sullo stremato fronte occidentale; non è previsto il loro impiego militare in Italia. Qui giunge, nel luglio 1918, solo il 332° Battaglione di Fanteria: poche migliaia di uomini che hanno il compito di sfilare in zona di guerra per far credere di combattere a fianco degli italiani.

Gli americani portano così anche in Italia la loro esperienza nel campo della comunicazione. Sarà una guerra fatta di sostegno materiale ma soprattutto di simboli, di manifesti, bandiere, film: tra questi, il segno più evidente saranno proprio i doughboy, con le loro divise impeccabili, il loro inno, uno stile di vita che non tarderà a farsi strada nel nostro.

Attraverso le voci di militari, giornalisti e osservatori diversi (tra cui Ernest Hemingway, Antonio Gramsci, il grande regista David W. Griffith) e filmati straordinari, si può rivivere il clima di quel momento cruciale: la violenza della guerra non è visibile solo nelle azioni militari e nell’inferno della trincea, ma anche nel dolore di un cavallo che affonda nella neve o nello sguardo perduto di un soldato; ma anche il festoso varo di una nave, o lo stato di sospensione di una Venezia bellissima e surreale, permettono di capire la quotidianità della guerra.

Un conflitto che non fu solo una questione di armi. Quella del 332⁰ Battaglione di Fanteria in Italia è una guerra comunicata più che combattuta.

Una battaglia, dunque, messa in scena, dove per la prima volta in modo sistematico compare un nuovo insostituibile protagonista di tutte le guerre del Novecento: la macchina da presa. Da questo momento la storia, i suoi eventi e il suo racconto, non potranno più fare a meno del cinema.