Gli Uccelli

Lu­ne­dì 7 gen­na­io alle 21.00 in Sa­la­To­tò

GLI UC­CEL­LI di Al­fred Hit­ch­cock

in ver­sio­ne re­stau­ra­ta dalla Cie­te­ca di Bo­lo­gna

ver­sio­ne ori­gi­na­le con sot­to­ti­to­li in Ita­lia­no

 

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Se si hanno occhi per ve­de­re, orec­chie per ascol­ta­re e un cuore per sen­ti­re, Gli uc­cel­li è un film ma­gni­fi­co. Di una bel­lez­za am­ma­lian­te che, se­con­do il pro­ce­di­men­to caro a Hit­ch­cock da La fi­ne­stra sul cor­ti­le e messo a punto con Ver­ti­go, ci tra­sci­na len­ta­men­te, dol­ce­men­te, ma ir­re­si­sti­bil­men­te, dalla di­men­sio­ne del quo­ti­dia­no verso i ter­ri­to­ri lon­ta­ni del fan­ta­sti­co. È un film mu­si­ca­le. Ini­zia con un an­dan­te pia­ce­vo­le, gra­zio­so, se­du­cen­te, che con una mi­ni­ma mo­du­la­zio­ne, di­ven­ta poco a poco grave, stra­no, an­go­scian­te. Poi im­prov­vi­sa­men­te esplo­de un al­le­gro vi­va­ce, vo­ra­ce, ra­pa­ce, che a sua volta si ap­pe­san­ti­sce, as­su­men­do ri­so­nan­ze ter­ri­fi­can­ti. In­fi­ne, si con­clu­de con una co­ro­na tra le più mi­nac­cio­se che si pos­sa­no im­ma­gi­na­re. [...] Que­sto film – il più com­piu­to, il più me­di­ta­to, il più pro­fon­do di Hit­ch­cock, in­sie­me a Psy­cho – è l’au­ste­ra ri­fles­sio­ne di un uomo che si in­ter­ro­ga sui rap­por­ti tra l’u­ma­ni­tà e il mondo. Rap­por­ti con­si­de­ra­ti da tutte le pos­si­bi­li an­go­la­zio­ni, tanto quel­la me­ta­fi­si­ca, oc­cul­ta, fi­lo­so­fi­ca, scien­ti­fi­ca, psi­ca­na­li­ti­ca (in que­sto film la psi­ca­na­li­si è fon­da­men­ta­le) quan­to sem­pli­ce­men­te quel­la na­tu­ra­le. Ri­fles­sio­ne pes­si­mi­sta, apo­ca­lit­ti­ca. È la più grave ac­cu­sa con­tro la no­stra so­cie­tà ma­te­ria­li­sta, alla quale non ac­cor­da che poche spe­ran­ze prima della ca­ta­stro­fe. 
(Jean Dou­chet)