L'Appartamento

Lu­ne­dì 21 gen­niao alle 21.00 ri­tor­na sul gran­de scher­mo in ver­sio­ne re­stau­ra­ta dalla CI­ne­te­ca di Bo­lo­gna L'AP­PAR­TA­MEN­TO di Billy Wil­der

ver­sio­ne ori­gi­na­le con sot­to­ti­to­li in ita­lia­no

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Me­sco­la­re com­me­dia e dram­ma è no­to­ria­men­te dif­fi­ci­le, ma L’ap­par­ta­men­to lo fa sem­bra­re fa­ci­le. Come un Mar­ti­ni per­fet­ta­men­te do­sa­to, il film ha quel tanto di emo­zio­ne che basta a com­pen­sa­re il suo pa­ra­liz­zan­te cau­sti­co ci­ni­smo. Il ri­sul­ta­to è uno dei film più amati e ap­pa­gan­ti di Billy Wil­der. Tra sa­ti­ra spie­ta­ta e fa­sci­no esu­be­ran­te, L’ap­par­ta­men­to al­ter­na mo­men­ti do­lo­ro­si come un pugno allo sto­ma­co e scene esi­la­ran­ti. Ispi­ran­do­si a un’i­dea scri­bac­chia­ta dopo aver visto Breve in­con­tro (1945), Wil­der pren­de la sto­ria pru­ri­gi­no­sa di un im­pie­ga­to che per far car­rie­ra pre­sta il suo ap­par­ta­men­to ai su­pe­rio­ri in vena di scap­pa­tel­le e la tra­sfor­ma in una sor­pren­den­te e sen­ti­ta di­fe­sa della di­gni­tà umana. Jack Lem­mon, mai così di­ver­ten­te e così com­mo­ven­te, è un uomo che fa del suo me­glio per con­for­mar­si a una cul­tu­ra vol­ga­re, su­per­fi­cia­le e spu­do­ra­ta­men­te ses­si­sta. Shir­ley Ma­cLai­ne in­fon­de un brio cor­ro­bo­ran­te in colei che è una vit­ti­ma di tale cul­tu­ra, una donna che sem­bra pren­de­re le di­stan­ze da se stes­sa espri­men­do com­men­ti ta­glien­ti sul pro­prio pa­thos. Sono cir­con­da­ti da un cast di per­so­nag­gi se­con­da­ri di­se­gna­ti con il trat­to ela­sti­co ed esu­be­ran­te delle ca­ri­ca­tu­re di Al Hir­sch­feld, cui Wil­der e I.A.L. Dia­mond met­to­no in bocca bat­tu­te gio­io­sa­men­te chias­so­se e in­tel­li­gen­ti. Le sce­no­gra­fie di Ale­xan­dre Trau­ner, va­lo­riz­za­te dal­l’in­ci­si­va fo­to­gra­fia in bian­co e nero di Jo­se­ph La­Shel­le in for­ma­to wi­de­screen, ri­crea­no con ric­chez­za e ve­ro­si­mi­glian­za la New York degli anni Cin­quan­ta. Wil­der si portò a casa tre Oscar (sce­neg­gia­tu­ra, regia e mi­glior film) e la­sciò agli spet­ta­to­ri la vi­gi­lia di Na­ta­le più al­le­gra­men­te de­pri­men­te, la par­ti­ta di carte più strug­gen­te e forse la più esi­la­ran­te pre­pa­ra­zio­ne di un piat­to di spa­ghet­ti. (Imo­gen Sara Smith)