VARDA PAR AGNÈS

Lu­ne­dì 15 giu­gno alle  21.00 e mar­te­dì 16 alle 18.45 a Ci­ne­ma­ze­ro ar­ri­va VARDA PAR AGNÈS

Ul­ti­mo film della re­gi­sta Agnès Varda, scom­par­sa un anno fa, così de­scrit­to dalle sue stes­se pa­ro­le: “Il pro­get­to è quel­lo di for­ni­re le chia­vi della mia opera".

Il film si di­vi­de in due parti, una per se­co­lo. Il Ven­te­si­mo se­co­lo va dal mio primo lun­go­me­trag­gio La Poin­te cour­te nel 1954 al­l’ul­ti­mo del 1996, Cento e una notte. Nel mezzo ho gi­ra­to do­cu­men­ta­ri, film, lun­ghi e brevi. La se­con­da parte ini­zia nel Ven­tu­ne­si­mo se­co­lo, quan­do le pic­co­le ci­ne­pre­se di­gi­ta­li hanno cam­bia­to il mio ap­proc­cio al do­cu­men­ta­rio, da Les Gla­neurs et la gla­neu­se nel 2000 a Vi­sa­ges Vil­la­ges di­ret­to con JR. Ma in quel pe­rio­do ho crea­to so­prat­tut­to in­stal­la­zio­ni d’ar­te, i Trip­ty­ques aty­pi­ques, le Ca­ba­nes de Ci­né­ma, e ho con­ti­nua­to a fare do­cu­men­ta­ri, come Les Pla­ges d’A­gnès. Tra le due parti c’è un pic­co­lo pro­me­mo­ria della mia prima vita di fo­to­gra­fa.

Un in­vi­to alla vi­sio­ne, alla sco­per­ta e alla ri­sco­per­ta del­l’o­pe­ra iro­ni­ca, co­lo­ra­ta, in­ven­ti­va di una gran­dis­si­ma spi­go­la­tri­ce del­l’im­ma­gi­na­rio.

 

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