GOTHAM CITY

Se­con­do ap­pun­ta­men­to con Sei foto per sei gior­ni, il nuovo pro­get­to di Ci­ne­ma­ze­ro nato in col­la­bo­ra­zio­ne con Leo­nar­do Fa­bris, fo­to­gra­fo pro­fes­sio­ni­sta della Gal­le­ria Due Piani, che dopo aver esor­di­to con Noisy Rain­bow di Elisa Cal­da­na, espor­rà a par­ti­re da ve­ner­dì 26 marzo Go­tham City di Luca Cam­pi­got­to, fo­to­gra­fo ve­ne­zia­no di fama mon­dia­le. 

“New York è una città paz­ze­sca” – com­men­ta Cam­pi­got­to nel pre­sen­ta­re le sue opere espo­ste negli spazi vuoti delle ba­che­che di Ci­ne­ma­ze­ro, che ri­tor­na­no a es­se­re una gal­le­ria al­l'a­ria aper­ta - che ho amato dal primo mo­men­to. Avevo di­cian­no­ve anni, scen­den­do dalla me­tro­po­li­ta­na nella ressa della sera, re­stai in­can­ta­to a guar­da­re sotto la piog­gia gli edi­fi­ci che si al­za­va­no in­tor­no a me. L’at­mo­sfe­ra di quel mo­men­to, quel­le luci, quei ru­mo­ri che sen­ti­vo per la prima volta mi si son pian­ta­ti nel cuore e non mi hanno più la­scia­to.”

Luca Cam­pi­got­to, in­fat­ti, è da sem­pre de­di­to alla fo­to­gra­fia di pae­sag­gio e ar­chi­tet­tu­ra, tanto da rea­liz­za­re nu­me­ro­si pro­get­ti a Ve­ne­zia, Roma, Na­po­li, Lon­dra, New York, Chi­ca­go, la stra­da delle ca­sbah in Ma­roc­co, i tem­pli di An­g­kor, Cile, India, Pa­ta­go­nia, Isola di Pa­squa, Islan­da, Cina, Yemen, Iran e Lap­po­nia, città che hanno ospi­ta­to le sue fo­to­gra­fie in pre­sti­gio­se mo­stre.

“Come nota il cri­ti­co Mar­vin Hei­fer­man” di­chia­ra Leo­nar­do Fa­bris che ha por­ta­to in città le opere di uno dei più af­fer­ma­ti fo­to­gra­fi con­tem­po­ra­nei - “Cam­pi­got­to ha pro­dot­to con le sue raf­fi­na­te in­da­gi­ni di spazi e luo­ghi que­sta serie di bel­lis­si­me fo­to­gra­fie, in cui un fan­ta­sma­ti­co senso di pre­sen­za sem­bra in sin­to­nia con il ma­lin­co­ni­co senso di as­sen­za che per­va­de l’in­te­ro la­vo­ro. Né gior­na­li­sta, né nar­ra­to­re, Cam­pi­got­to vede New York come una suc­ces­sio­ne di sce­no­gra­fie ci­ne­ma­to­gra­fi­che.”

Il po­ten­zia­le evo­ca­ti­vo in­si­to in que­ste im­ma­gi­ni è raf­for­za­to dal fatto che Cam­pi­got­to spes­so la­vo­ra di notte quan­do luci, con­tra­sti, e co­lo­ri sono più in­ter­pre­ta­bi­li. Dopo aver­le scat­ta­te, egli ri­con­ce­pi­sce le pro­prie vi­sio­ni ma­nia­cal­men­te, ca­li­bran­do­ne la sa­tu­ra­zio­ne dei co­lo­ri fin­ché qual­co­sa di ma­gi­co si mette in moto. La sua ta­vo­loz­za cro­ma­ti­ca - solo par­zial­men­te na­tu­ra­li­sti­ca - tra­sfor­ma le at­mo­sfe­re raf­fi­gu­ra­te come qual­co­sa in cui im­mer­ger­si. La pre­ci­sio­ne dello sguar­do unito a una sen­si­bi­li­tà ri­so­lu­ta­men­te ro­man­ti­ca, per­met­te a Cam­pi­got­to di crea­re fo­to­gra­fie straor­di­na­rie e am­ma­lian­ti in cui coe­si­sto­no il pre­sen­te e il pas­sa­to, il de­si­de­rio e la no­stal­gia.

Go­tham City sarà vi­si­ta­bi­le per un'in­te­ra set­ti­ma­na, fino a quan­do un nuovo ar­ti­sta con­tri­bui­rà ad ab­bel­li­re le ba­che­che di Ci­ne­ma­ze­ro, nel­l'at­te­sa che le sale pos­sa­no nuo­va­men­te apri­re al pub­bli­co.