Principio femminile

Ve­ner­dì 15 apri­le le im­ma­gi­ni di Mau­ri­zio Ga­lim­ber­ti espo­ste sulle ba­che­che di Ci­ne­ma­ze­ro la­sce­ran­no il posto alle fo­to­gra­fie di Va­len­ti­na Gurli per il pe­nul­ti­mo ap­pun­ta­men­to con 6 foto per 6 gior­ni, pro­get­to cu­ra­to dal fo­to­gra­fo pro­fes­sio­ni­sta Leo­nar­do Fa­bris.

Prin­ci­pio fem­mi­ni­le, que­sto il nome del­l'o­pe­ra, de­scri­ve una donna soave, de­li­ca­ta vi­si­bil­men­te pri­va­ta di parti fon­da­men­ta­li del suo es­se­re, sot­trat­te dal do­lo­re, dalle sfide, dalle ri­nun­ce che ogni gior­no la for­gia­no e la mo­di­fi­ca­no.
“Ap­pa­re co­mun­que nella sua in­te­rez­za”. - ag­giun­ge la fo­to­gra­fa che at­tra­ver­so il mezzo del­l'im­ma­gi­ne esplo­ra l'a­ni­mo umano nelle sue mol­te­pli­ci sfac­cet­ta­tu­re - “Una donna forte, ma non in­di­strut­ti­bi­le che non ha paura di mo­stra­re la sua vul­ne­ra­bi­li­tà”.

Va­len­ti­na Gurli, in­fat­ti, uti­liz­za la fo­to­gra­fia come stru­men­to per ana­liz­za­re la sua vita e cer­ca­re di tra­dur­re in im­ma­gi­ne le sue espe­rien­ze, i suoi do­lo­ri e le sue emo­zio­ni con­cen­tran­do­si in ma­nie­ra par­ti­co­la­re sul­l'u­ni­ver­so fem­mi­ni­le quasi sem­pre in modo au­to­bio­gra­fi­co.
“In que­ste opere fo­to­gra­fi­che e con­cet­tua­li” - ap­pro­fon­di­sce Leo­nar­do Fa­bris - “l’ar­ti­sta com­pie due ope­ra­zio­ni fon­da­men­ta­li: in­ter­cet­ta una donna con la mac­chi­na fo­to­gra­fi­ca e ma­ni­po­lan­do­ne poi la ver­sio­ne car­ta­cea ci for­ni­sce la chia­ve per l’es­sen­za del­l’a­ni­mo fem­mi­ni­le. Come fosse l’o­scu­ro in­con­scio col­let­ti­vo, le fi­gu­re sono ada­gia­te sul me­de­si­mo fondo nero.
Sono si­lhouet­te di donne, corpi il­lu­mi­na­ti da una luce im­pal­pa­bi­le come a sot­to­li­near­ne la fra­gi­li­tà. L’o­pe­ra­zio­ne di strap­pa­re parti di corpo, occhi, anime, emo­zio­ni è il mo­stra­re quel­lo che dallo scat­to non po­trem­mo per­ce­pi­re: le bat­ta­glie. I pezzi man­can­ti sono espe­rien­ze che come sem­pre hanno un prez­zo. Senza occhi, il loro animo si legge nella po­stu­ra fiera, nel sor­ri­so ac­cen­na­to e quie­to, nella piega dolce del­l’a­bi­to. Uno stra­ta­gem­ma che dà la pos­si­bi­li­tà allo spet­ta­to­re di im­mer­ger­vi­si com­ple­ta­men­te.
Un pro­ces­so de­co­strut­ti­vo solo in ap­pa­ren­za, che sfrut­ta in­ve­ce la ca­pa­ci­tà della mente di ri­crea­re le im­ma­gi­ni spez­za­te, fa­cen­do­le ap­pa­ri­re nuo­va­men­te com­ple­te. Così è come per ogni es­se­re fem­mi­ni­le do­ta­to della ca­pa­ci­tà in­trin­se­ca di au­to­ri­ge­ne­ra­zio­ne”.