Nowhere special

Dopo lo stre­pi­to­so Still Life Uber­to Pa­so­li­ni torna con NO­WHE­RE SPE­CIAL – UNA STO­RIA D’A­MO­RE, un film di im­ma­gi­ni tanto sem­pli­ci quan­to elo­quen­ti, che met­to­no in poe­sia la cru­del­tà della vita. Il rac­con­to del­l’e­mo­zio­nan­te e com­mo­ven­te re­la­zio­ne tra un padre e un fi­glio, che ha con­qui­sta­to il cuore di pub­bli­co e cri­ti­ca alla Mo­stra del Ci­ne­ma di Ve­ne­zia, dove il film era stato pre­sen­ta­to nella se­zio­ne Oriz­zon­ti 2020.

 

A pre­sen­ta­re il film sarà pro­prio il re­gi­sta, ospi­te in sala ve­ner­dì 10 di­cem­bre al ter­mi­ne della pro­ie­zio­ne delle ore 21.00. CLIC­CA QUI PER IL TUO BI­GLIET­TO 

John, un la­va­ve­tri di tren­ta­quat­tro anni, de­di­ca la vita a cre­sce­re il fi­glio Mi­chael di quat­tro anni, dopo che la madre del bam­bi­no li ha la­scia­ti. La loro è una vita sem­pli­ce, fatta di ri­tua­li quo­ti­dia­ni uni­ver­sa­li, una vita di com­ple­ta de­di­zio­ne e amore in­no­cen­te che mo­stra la forza della loro re­la­zio­ne. John ha però da­van­ti a sé pochi mesi di vita. Poi­ché non ha una fa­mi­glia a cui ri­vol­ger­si, tra­scor­re­rà i gior­ni che gli re­sta­no a cer­car­ne una nuova, per­fet­ta, a cui dare in ado­zio­ne Mi­chael, pro­van­do a pro­teg­ge­re il suo bam­bi­no dalla ter­ri­bi­le real­tà.

 

Ispi­ra­to da even­ti reali, il film rac­con­ta una sto­ria dram­ma­ti­ca con gran­de sen­si­bi­li­tà poe­ti­ca, "in modo molto sot­ti­le e di­scre­to, evi­tan­do il più pos­si­bi­le il me­lo­dram­ma e il sen­ti­men­ta­li­smo. - sot­to­li­nea Pa­so­li­ni - Que­sto ap­proc­cio si ri­flet­te anche nello stile fil­mi­co [...] adot­ta­to, di­ret­to e privo di de­con­cen­tran­ti in­fio­ret­ta­tu­re sti­li­sti­che. No­whe­re spe­cial non è un film sulla morte, ma sul­l’a­mo­re e su come que­sto si espri­me ov­ve­ro at­tra­ver­so la cu­rio­si­tà e l’ac­cet­ta­zio­ne delle re­ci­pro­che de­bo­lez­ze. Il mio film non vuole as­so­lu­ta­men­te giu­di­ca­re nes­su­na fa­mi­glia. Né vuole dare le­zio­ni o ri­spo­ste a un pro­ble­ma così dif­fi­ci­le come quel­lo che ho af­fron­ta­to. Penso che il ci­ne­ma non debba dare le­zio­ni, ma con­di­vi­de­re un viag­gio, dei sen­ti­men­ti, delle emo­zio­ni, dei dubbi”.