Tintoretto - L’artista che uccise la pittura

Tin­to­ret­to, il gran­de ar­te­fi­ce del Ri­na­sci­men­to ita­lia­no, ha se­gna­to in ma­nie­ra pro­fon­da il volto ar­ti­sti­co della città la­gu­na­re. Pit­to­re ir­re­quie­to, era ca­pa­ce di sba­lor­di­re i suoi com­mit­ten­ti con tro­va­te sor­pren­den­ti, anche gra­zie alla gran ve­lo­ci­ta con cui ese­gui­va le sue opere. Le in­no­va­zio­ni tec­ni­che della sua pit­tu­ra hanno eser­ci­ta­to un’in­fluen­za pro­fon­da e co­stan­te sulla sto­ria del­l’ar­te. La cer­chia dei suoi am­mi­ra­to­ri va da Peter Paul Ru­bens e El Greco fino a Max Beck­mann e Jack­son Pol­lock; Tin­to­ret­to ha la­scia­to nelle loro opere trac­ce tan­gi­bi­li. Paul Ce­zan­ne a nome di tutti lo ha visto come l’i­do­lo della pit­tu­ra: “La sua opera è im­men­sa, in­clu­de ogni cosa dalla na­tu­ra morta fino a Dio; è un enor­me arca di Noè; io mi sarei tra­sfe­ri­to a Ve­ne­zia sol­tan­to per lui!”. Non ci sono dubbi sulla mo­der­ni­tà del Tin­to­ret­to, sulla au­da­cia delle sue pen­nel­la­te, sulla com­ples­si­tà delle sto­rie nar­ra­te nei suoi qua­dri gi­gan­te­schi, sulle sue stra­te­gie che oggi de­fi­ni­rem­mo da mar­ke­ting. Tanto più sor­pren­de è il fatto che non esi­sta un do­cu­men­ta­rio che ri­trag­ga in ma­nie­ra at­tua­liz­za­ta un mae­stro così ricco di fan­ta­sia.

 

Mar­te­dì 12 apri­le alle ore 18.30
Ospi­te in sala il re­gi­sta Er­mi­nio Per­roc­co

 

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