Bosnia Express

Dopo I Tuf­fa­to­ri di Da­nie­le Babbo e Bro­the­rhood di Fran­ce­sco Mon­ta­gner, Bo­snia, con­flit­ti e con­fi­ni nuo­va­men­te al cen­tro delle pro­ie­zio­ni mer­co­le­dì 18 mag­gio alle 21.00 con il do­cu­film Bo­snia Ex­press di Mas­si­mo D’Or­zi. Trat­to li­be­ra­men­te dal­l'o­mo­ni­mo libro di Luca Leoni, Bo­snia Ex­press narra un viag­gio in Bo­snia quale luogo di fron­tie­ra. Pro­ce­de sta­zio­ne dopo sta­zio­ne per rac­con­ta­re in tono in­ti­mo e pe­ne­tran­te una real­tà piena di con­trad­di­zio­ni. Sono le donne pro­ta­go­ni­ste del film a poter dare la ri­spo­sta più alta con­tro la vio­len­za di chi cal­pe­sta ogni uma­ni­tà in nome di un dio o della su­pe­rio­ri­tà di un’et­nia sul­l’al­tra. Bo­snia Ex­press è il canto della loro re­si­sten­za alla vio­len­za di una guer­ra vo­lu­ta dagli uo­mi­ni.

 

MER­CO­LE­DÌ 18 MAG­GIO ORE 21.00 | ALLA PRE­SEN­ZA DEL RE­GI­STA

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BO­SNIA EX­PRESS - Un treno at­tra­ver­sa lento il cuore della Bo­snia Er­ze­go­vi­na: Sa­ra­je­vo, Tuzla, Sre­bre­ni­ca, Ko­n­jic, Mo­star. Donne, re­li­gio­ne, guer­ra, vio­len­za, arte lan­cia­ti sullo scher­mo come dadi su una scac­chie­ra o gio­ca­ti alla rou­let­te russa. In palio vita o morte, ve­ri­tà o men­zo­gna. La mac­chi­na da presa in­da­ga die­tro il ri­tro­va­to or­di­ne delle cose. Fin dove può giun­ge­re lo sguar­do per co­no­sce­re? Una scuo­la di danza, i cor­ri­doi della fa­col­tà di pe­da­go­gia isla­mi­ca, le aule di mu­si­ca rock, la col­li­na di Me­d­ju­go­r­jie, sono i luo­ghi da cui i per­so­nag­gi muo­vo­no l’in­chie­sta. Ma come è pos­si­bi­le chie­de­re ai car­ne­fi­ci o alle vit­ti­me conto di un or­ro­re? La guer­ra non ha un volto di donna. Non è suc­ces­so nien­te in Bo­snia Er­ze­go­vi­na. Nien­te.