Ninjababy

In­co­ro­na­to “Mi­glior com­me­dia” agli Eu­ro­pean Film Awards e pre­mia­to anche al Gif­fo­ni e al South by Sou­th­we­st (SXSW) di Au­stin, il cult nor­ve­ge­se Ni­n­ja­ba­by ar­ri­va il 13 ot­to­bre a Ci­ne­ma­ze­ro sotto il segno della Tuc­ker Film. Un viag­gio senza fil­tri, tanto bril­lan­te quan­to sfac­cia­to, den­tro i pen­sie­ri di una ra­gaz­za iro­ni­ca, spi­go­lo­sa e in­di­pen­den­te.

Astro­nau­ta? Guar­dia fo­re­sta­le? As­sag­gia­tri­ce di birra? Fu­met­ti­sta? Rakel, 23 anni, deve an­co­ra de­ci­de­re cosa farà da gran­de, ma in­tan­to sco­pre di aspet­ta­re un bam­bi­no. To­tal­men­te inat­te­so. To­tal­men­te in­de­si­de­ra­to. A lei non in­te­res­sa ca­pi­re chi sia il padre: a lei in­te­res­sa ca­pi­re come ge­sti­re la bomba ato­mi­ca ap­pe­na pio­vu­ta sulla sua vita. Rakel, del resto, non sco­pre sem­pli­ce­men­te di aspet­ta­re un bam­bi­no: sco­pre di aspet­tar­lo… già da sei mesi!

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Ni­n­ja­ba­by, che porta la firma di una re­gi­sta sem­pre at­ten­tis­si­ma alle te­ma­ti­che fem­mi­ni­li come Yng­vild Sve Flik­ke, vede bril­la­re nei panni di Rakel l’ir­re­si­sti­bi­le Kri­sti­ne Thorp (ap­plau­di­ta al­l’ul­ti­mo Fe­sti­val di Can­nes per Sick of My­self di Kri­stof­fer Bor­gli) e ha già con­qui­sta­to il cuore del pub­bli­co in­ter­na­zio­na­le. Tra molte ri­sa­te e al­tret­tan­ti spun­ti di ri­fles­sio­ne. «Con Ni­n­ja­ba­by – com­men­ta, in­fat­ti, la stes­sa Yng­vild Sve Flik­ke – vo­le­vo sol­le­va­re al­cu­ne do­man­de sulla ma­ter­ni­tà. È qual­co­sa che viene na­tu­ra­le a tutti o è dif­fe­ren­te per ognu­no di noi? Nella mag­gior parte del mio la­vo­ro mi piace met­te­re in di­scus­sio­ne i li­mi­ti di ge­ne­re. Pos­sia­mo dav­ve­ro dire che qual­co­sa è in­trin­se­ca­men­te fem­mi­ni­le o ma­schi­le? Io non credo. As­sie­me agli sce­neg­gia­to­ri vo­le­vo am­plia­re il modo in cui le donne ven­go­no mo­stra­te nei film: scri­ven­do­lo, quin­di, era im­por­tan­te non pro­va­re im­ba­raz­zo o non avere dei ri­pen­sa­men­ti».

Vie­ta­to ai mi­no­ri di 14 anni