Pordenone Docs Fest

Cin­que gior­ni con 50 pro­ie­zio­ni, di cui 25 an­te­pri­me na­zio­na­li e tre prime vi­sio­ni as­so­lu­te, tutti i film pre­sen­ta­ti dai re­gi­sti, 28 Paesi rap­pre­sen­ta­ti, de­ci­ne di ospi­ti dal­l'I­ta­lia e dal­l'e­ste­ro, cin­que premi per una giu­ria in­ter­na­zio­na­le tutta al fem­mi­ni­le: sono i nu­me­ri della XVI edi­zio­ne del Por­de­no­ne Docs Fest, che si terrà dal 29 marzo al 2 apri­le. Come ogni anno, il fe­sti­val or­ga­niz­za­to da Ci­ne­ma­ze­ro tra­sfor­ma la città in un os­ser­va­to­rio ori­gi­na­le sulla con­tem­po­ra­nei­tà e pro­po­ne pro­spet­ti­ve ine­di­te e tra­sver­sa­li per ag­gior­na­re lo sguar­do sul mondo.

CLIC­CA QUI PER CO­NO­SCE­RE TUTTO IL PRO­GRAM­MA

«Il do­cu­men­ta­rio può cam­bia­re il mondo? Ce lo chie­dia­mo spes­so: è ov­via­men­te un'am­bi­zio­ne ec­ces­si­va e una pro­vo­ca­zio­ne, - af­fer­ma Ric­car­do Co­stan­ti­ni, cu­ra­to­re del fe­sti­val, - ma dal­l'al­tra parte siamo con­vin­ti che, visti gli esiti delle no­stre at­ti­vi­tà, un ruolo so­cia­le que­sto ge­ne­re di ci­ne­ma lo abbia. Lo ab­bia­mo di­mo­stra­to anche con il no­stro fe­sti­val: al­cu­ni film delle pas­sa­te edi­zio­ni, da "Be my voice", per i di­rit­ti delle donne in Iran, a "Tango con Putin", sulla li­ber­tà di stam­pa ne­ga­ta in Rus­sia, sono ar­ri­va­ti nelle sale ita­lia­ne, in TV o sulle piat­ta­for­me, va­lo­riz­zan­do il la­vo­ro che fac­cia­mo e al­lar­gan­do­lo al gran­de pub­bli­co. Non solo: or­ga­ni­smi in­ter­na­zio­na­li come il Par­la­men­to Eu­ro­peo hanno ri­co­no­sciu­to il no­stro la­vo­ro. Ora con­ti­nuia­mo a guar­da­re avan­ti e, mai come que­st'an­no, cer­chia­mo di farlo con "altri occhi"».

 

 

Mer­co­le­dì 29 marzo alle 17:30, il primo even­to del fe­sti­val è la ce­ri­mo­nia per la con­se­gna del Pre­mio spe­cia­le Ima­ges of Cou­ra­ge, il ri­co­no­sci­men­to che il fe­sti­val dà ogni anno a per­so­na­li­tà che si sono di­stin­te per il loro co­rag­gio. Que­st'an­no va a Cae­sar, nome in co­di­ce che pro­teg­ge l’i­den­ti­tà di un ex fo­to­gra­fo si­ria­no che per anni ha do­cu­men­ta­to, per conto dei Ser­vi­zi di si­cu­rez­za, le mi­glia­ia di corpi tor­tu­ra­ti e senza vita usci­ti dalle car­ce­ri di Da­ma­sco. Nel­l’e­sta­te del 2013 Cae­sar ha la­scia­to la Siria, por­tan­do con sé mi­glia­ia di im­ma­gi­ni che hanno con­sen­ti­to di do­cu­men­ta­re le atro­ci­tà com­mes­se dal re­gi­me di Ba­shar al-As­sad. In aper­tu­ra verrà pro­iet­ta­to il do­cu­men­ta­rio in an­te­pri­ma na­zio­na­le "The lost souls of Syria". In­ter­vie­ne l'au­tri­ce Ga­ran­ce Le Cai­sne, gior­na­li­sta in­di­pen­den­te fran­ce­se spe­cia­liz­za­ta sul Medio Orien­te, che dal 2010 si oc­cu­pa in par­ti­co­la­re di Siria rac­con­tan­do le sto­rie di per­so­ne che so­prav­vi­vo­no al­l'or­ro­re.

 

La se­ra­ta di aper­tu­ra, mer­co­le­dì 29 marzo alle 20:45, è af­fi­da­ta a "The art of si­len­ce", del re­gi­sta sviz­ze­ro Mau­ri­zius Staer­kle Drux, il primo do­cu­men­ta­rio sulla vita del leg­gen­da­rio ar­ti­sta e mimo Mar­cel Mar­ceau, pro­po­sto in col­la­bo­ra­zio­ne con Ente Na­zio­na­le Sordi di Por­de­no­ne. In­ter­vie­ne Louis Che­va­lier, bal­le­ri­no, ni­po­te di Mar­ceau. Sarà ga­ran­ti­to, a con­fer­ma della vo­lon­tà del fe­sti­val di es­se­re quan­to più in­clu­si­vo pos­si­bi­le, il ser­vi­zio di in­ter­pre­ta­ria­to ita­lia­no/LIS - Lin­gua Ita­lia­na dei Segni.

 

Tra gli even­ti più si­gni­fi­ca­ti­vi, sa­ba­to 1° apri­le alle 18, ci sarà l'an­te­pri­ma na­zio­na­le di "When spring came to Bucha", di Mila Te­sha­ie­va e Mar­cus Lenz. La pri­ma­ve­ra può tor­na­re anche nelle sto­rie e nei luo­ghi più bui: il film rac­con­ta la forza degli ucrai­ni, la loro ca­pa­ci­tà di re­si­ste­re e ri­ge­ne­rar­si dopo la stra­ge di Bucha, in se­gui­to al­l'in­va­sio­ne russa del­l'U­crai­na, un anno fa. Sarà pre­sen­te a Por­de­no­ne Mila Te­sha­ie­va, ar­ti­sta, fo­to­gra­fa e re­gi­sta ucrai­na. Dai primi gior­ni della guer­ra, Te­sha­ie­va è stata a Kiev e nella re­gio­ne di Kyiv, scri­ven­do, fo­to­gra­fan­do, fil­man­do quel­lo che de­scri­ve come "un mo­men­to de­ter­mi­nan­te della sto­ria eu­ro­pea". In­ter­ven­go­no inol­tre il fo­to­gra­fo friu­la­no Pier­pao­lo Mit­ti­ca, che pre­sen­ta il suo ul­ti­mo re­por­ta­ge: And Then the Win­ter Came con cui ha do­cu­men­ta­to le con­di­zio­ni di vita della po­po­la­zio­ne ci­vi­le ucrai­na negli scor­si mesi, e Olmo Pa­ren­ti au­to­re del vi­deo­clip della can­zo­ne Tango di Ta­na­nai, pre­sen­ta­ta al­l’ul­ti­mo fe­sti­val di San­re­mo, sto­ria d’a­mo­re a di­stan­za di Olga e Maxim, ucrai­ni se­pa­ra­ti dal con­flit­to.

 

Dal­l'U­crai­na alla Tur­chia: sa­ba­to 1° apri­le alle 20:45 il fe­sti­val torna sui temi della li­ber­tà di espres­sio­ne e i di­rit­ti delle donne, con un dop­pio ap­pun­ta­men­to. In aper­tu­ra di se­ra­ta in­ter­vie­ne, in esclu­si­va a Por­de­no­ne, Enes Free­dom (nato Enes Kan­ter), gio­ca­to­re del­l’N­BA, fa­mo­so per le sue bat­ta­glie in op­po­si­zio­ne al pre­mier turco Er­do­gan, che ha messo ad­di­rit­tu­ra una ta­glia per la sua cat­tu­ra. Per il suo at­ti­vi­smo, è stato vit­ti­ma di mi­nac­ce di morte e di un ten­ta­ti­vo di ra­pi­men­to in In­do­ne­sia, men­tre il padre è stato ar­re­sta­to e im­pri­gio­na­to per sette anni. Una per­se­cu­zio­ne in piena re­go­la, ma come lui stes­so ha detto più volte: «La li­ber­tà non è gra­tis». A se­gui­re, pro­ie­zio­ne e in­con­tro con i re­gi­sti del film in an­te­pri­ma na­zio­na­le "My name is Happy", di Nick Read e Ayse To­prak: la sto­ria com­mo­ven­te di Mutlu Kaya, una ra­gaz­za con il dono di una voce in­cre­di­bi­le. Di­ven­ta­ta una star gra­zie a un ta­lent TV, so­prav­vi­ve­rà al ten­ta­to fem­mi­ni­ci­dio di un uomo che la vuole in sposa, di­ven­tan­do pa­la­di­na delle bat­ta­glie per i di­rit­ti delle donne in un Paese estre­ma­men­te ma­schi­li­sta.

 

Filo con­dut­to­re della XVI edi­zio­ne del fe­sti­val è il tema del­l'in­clu­si­vi­tà, e gio­ve­dì 30 marzo alle 17:00 la pro­ie­zio­ne del film in an­te­pri­ma na­zio­na­le "White balls on walls", di Sarah Vos, offre lo spun­to per una ta­vo­la ro­ton­da fo­ca­liz­za­ta pro­prio sulla co­mu­ni­ca­zio­ne in­clu­si­va: un ap­pro­fon­di­men­to su come le prin­ci­pa­li real­tà cul­tu­ra­li ita­lia­ne e in­ter­na­zio­na­li stia­no la­vo­ran­do per pro­muo­ve­re un lin­guag­gio e delle stra­te­gie volte al­l’in­clu­si­vi­tà e alla de­co­lo­niz­za­zio­ne dello sguar­do. In­ter­ven­go­no la scrit­tri­ce e for­ma­tri­ce Giu­lia Blasi, la gior­na­li­sta Paola Dalle Molle, fra le pro­mo­tri­ci di Carta di Por­de­no­ne, Ste­fa­no On­del­li, pro­fes­so­re or­di­na­rio di Lin­gui­sti­ca al­l’U­ni­ver­si­tà di Trie­ste, Bar­ba­ra Tuz­zo­li­no, re­spon­sa­bi­le del­l'A­rea Co­mu­ni­ca­zio­ne e Pro­mo­zio­ne dei Musei Reali di To­ri­no, per cui ha cu­ra­to le Linee guida per una co­mu­ni­ca­zio­ne ri­spet­to­sa delle dif­fe­ren­ze di ge­ne­re e la re­gi­sta Sarah Vos. Con­du­ce Chia­ra Lico, gior­na­li­sta e scrit­tri­ce, con­dut­tri­ce del TG2.

 

Non solo prime vi­sio­ni: il fe­sti­val da que­st'an­no pre­sen­ta la nuova se­zio­ne: Ita­lian Doc, Fu­tu­re!, de­di­ca­ta a film re­cen­ti di re­gi­ste e re­gi­sti ita­lia­ni se­le­zio­na­ti per la loro ori­gi­na­li­tà, opere che, a qual­che tempo dalla loro prima pro­ie­zio­ne, ven­go­no ri­pro­po­ste, per au­men­tar­ne la vi­si­bi­li­tà me­dia­ti­ca e co­strui­re nuovi per­cor­si, rin­no­van­do l’at­ten­zio­ne degli spet­ta­to­ri e del mondo In­du­stry, dagli eser­cen­ti agli altri ad­det­ti della fi­lie­ra (fe­sti­val pro­gram­mer, broa­d­ca­ster, di­stri­bu­to­ri...), in folta de­le­ga­zio­ne sem­pre pre­sen­ti a Por­de­no­ne.

 

Tra le de­cli­na­zio­ni pre­sen­ta­te dalla ma­ni­fe­sta­zio­ne, Donne con la mac­chi­na da presa - re­tro­spet­ti­va cu­ra­ta da Fe­de­ri­co Ros­sin in col­la­bo­ra­zio­ne con i prin­ci­pa­li ar­chi­vi ita­lia­ni - ri­per­cor­re le ori­gi­ni del do­cu­men­ta­rio fem­mi­ni­sta ita­lia­no, le cui pro­ie­zio­ni di­ven­ta­no un’oc­ca­sio­ne per chie­der­si a quali film del pas­sa­to le gio­va­ni mi­li­tan­ti di oggi pos­so­no guar­da­re, ri­co­no­scen­do­vi i primi passi di una bat­ta­glia cul­tu­ra­le an­co­ra in corso. Do­me­ni­ca 2 apri­le alle 17:45, nel­l'am­bi­to della re­tro­spet­ti­va, ver­ran­no pre­sen­ta­ti per la prima volta in Ita­lia al­cu­ni rari la­vo­ri di Va­le­ria Sar­mien­to (pre­si­den­te di Giu­ria della XVI edi­zio­ne del fe­sti­val) che il­lu­stra­no la real­tà del­l'A­me­ri­ca La­ti­na da un punto di vista pret­ta­men­te fem­mi­ni­le.

 

Sono nu­me­ro­si gli ap­pun­ta­men­ti de­di­ca­ti al­l'e­du­ca­zio­ne e for­ma­zio­ne, con l'o­biet­ti­vo di far av­vi­ci­na­re le gio­va­ni ge­ne­ra­zio­ni al mondo del do­cu­men­ta­rio e di of­fri­re oc­ca­sio­ni di co­no­scen­za e ap­pro­fon­di­men­to al pub­bli­co, sem­pre cu­rio­so e at­ten­to, del fe­sti­val.

Tre le ma­ti­née de­di­ca­te alle scuo­le: gio­ve­dì 30 marzo alle 10:30 "My name is Cha­ri­ty", di Flo­ria­ne De­vi­gne, rac­con­ta il viag­gio di una gio­va­ne donna ni­ge­ria­na dal­l'in­cu­bo dello sfrut­ta­men­to della trat­ta verso una nuova vita, alla ri­cer­ca del pro­prio posto nel mondo. Ve­ner­dì 31 marzo alle 10.30, "Game of the year", di Ales­san­dro Re­dael­li fa il ri­trat­to del mondo dei vi­deo­gio­chi in Ita­lia, at­tra­ver­so le sto­rie per­so­na­li di chi li crea, di chi gioca a li­vel­lo pro­fes­sio­na­le e di chi ne parla sulle piat­ta­for­me di strea­ming. Sa­ba­to 1° apri­le alle 10:30, con "The oil ma­chi­ne" di Emma Davie, viene af­fron­ta­to il tema della crisi cli­ma­ti­ca e del­l'u­so delle fonti fos­si­li: il pe­tro­lio è una mac­chi­na in­vi­si­bi­le, al cen­tro della no­stra eco­no­mia e so­cie­tà, ma at­ti­vi­sti e in­ve­sti­to­ri chie­do­no un cam­bia­men­to.

Le le­zio­ni di ci­ne­ma, aper­te a tutti e a in­gres­so li­be­ro, ve­dran­no pro­ta­go­ni­sti nuovi ta­len­ti del ci­ne­ma do­cu­men­ta­rio: ve­ner­dì 31 marzo alle 11 in Me­dia­te­ca a Pa­laz­zo Ba­di­ni, il re­gi­sta e do­cen­te Fran­ce­sco Mon­ta­gner ana­liz­ze­rà il com­ples­so rap­por­to che si in­stau­ra tra il re­gi­sta di un do­cu­men­ta­rio e il per­so­nag­gio, l'at­to­re so­cia­le, che de­ci­de di nar­ra­re. Sa­ba­to 1° apri­le alle 11, sem­pre in Me­dia­te­ca, il re­gi­sta e mon­ta­to­re Ales­san­dro Re­dael­li (a cui il fe­sti­val de­di­ca un focus) ana­liz­ze­rà le pro­spet­ti­ve del do­cu­men­ta­rio in real­tà vir­tua­le. A se­gui­re, alle 17, una ta­vo­la ro­ton­da sarà de­di­ca­ta alle scuo­le di ci­ne­ma: un mo­men­to di ri­fles­sio­ne e con­fron­to sul­l'at­tua­li­tà del­l'in­se­gna­men­to del do­cu­men­ta­rio, con i pro­fes­sio­ni­sti che se ne oc­cu­pa­no. Un con­fron­to per ca­pi­re le ne­ces­si­tà, os­ser­van­do il pa­no­ra­ma at­tua­le, con­di­vi­den­do in par­ti­co­la­re cri­ti­ci­tà e op­por­tu­ni­tà, pen­san­do ai “do­cu­men­ta­ri­sti di do­ma­ni”. In­ter­ven­go­no Marco Ber­toz­zi (Pro­fes­so­re dello IUAV di Ve­ne­zia), Ivan Ger­go­let (do­cen­te della Cross - Bor­der Film School di Go­ri­zia), Heidi Gro­nauer di  ZeLIG, Bol­za­no, Fran­ce­sco Mon­ta­gner (do­cen­te alla FAMU di Praga),  Co­stan­za Qua­tri­glio (Di­ret­tri­ce Cen­tro Spe­ri­men­ta­le di Ci­ne­ma­to­gra­fia – do­cu­men­ta­rio, Pa­ler­mo), i re­gi­sti Mi­che­le Mel­la­ra (Do­cen­te al­l'U­ni­ver­si­tà di Bo­lo­gna), Bo­ni­fa­cio An­gius (anche pro­dut­to­re de Il mo­nel­lo Film) e Ales­san­dro Rossi (do­cen­te al DAMS Bo­lo­gna).

 

Al Por­de­no­ne Docs Fest parte la prima edi­zio­ne di Nord/Est/Doc/Camp, il nuovo la­bo­ra­to­rio di ac­com­pa­gna­men­to e con­su­len­za per do­cu­men­ta­ri in fase di ul­ti­ma­zio­ne, pro­dot­ti nel nord-est, pro­mos­so dal fe­sti­val di Ci­ne­ma­ze­ro con Tren­to Film Fe­sti­val ed Eu­ga­nea Film Fe­sti­val, gra­zie al so­ste­gno delle Film Com­mis­sion e dei Fondi au­dio­vi­si­vi del Friu­li Ve­ne­zia Giu­lia, del Ve­ne­to, del Tren­ti­no e del­l’Al­to Adige. Quat­tro i pro­get­ti se­le­zio­na­ti: "Laz­za­ro­ne" di Fran­ce­sco Mat­tuz­zi (pro­du­zio­ne Planck Films, Ro­ve­re­to), "Lisca Bian­ca - Nata li­be­ra" di Giu­sep­pe Ga­lan­te e Gior­gia Sciab­bi­ca (pro­du­zio­ne Ginko Film, Ve­ne­zia), "The Other Side of the Pipe" di Marko Kumer (pro­du­zio­ne In­ci­pit Film, Udine), e "Vista mare" di Julia Gut­we­ni­ger e Flo­rian Ko­fler (pro­du­zio­ne Al­bo­li­na Film, Bol­za­no). I film, nella loro ul­ti­ma fase pro­dut­ti­va, in­tra­pren­de­ran­no il pro­gram­ma di in­con­tri e work­shop in cui au­to­ri e pro­dut­to­ri po­tran­no con­fron­tar­si con esper­ti del set­to­re, per ela­bo­ra­re stra­te­gie e so­lu­zio­ni ef­fi­ca­ci, al fine di espri­me­re il mas­si­mo po­ten­zia­le dai film in la­vo­ra­zio­ne.

 

E an­co­ra, una chic­ca: ve­ner­dì 29 marzo alle 22:30 ri­tor­na su scher­mo, nella ver­sio­ne re­stau­ra­ta in 4k per il cin­quan­ten­na­le, il film-scan­da­lo per ec­cel­len­za, il primo caso di pel­li­co­la por­no­gra­fi­ca in grado di at­ti­ra­re nelle sale un pub­bli­co di massa: "Deep Th­roat - Gola pro­fon­da" di Ge­rard Da­mia­no, del 1972, è un tas­sel­lo fon­da­men­ta­le della ri­vo­lu­zio­ne ses­sua­le e dei mu­ta­men­ti di co­stu­me che hanno per­cor­so gli Stati Uniti e l’Oc­ci­den­te tra gli anni Ses­san­ta e Set­tan­ta, film che la stes­sa Ci­ne­ma­ze­ro in modo pio­nie­ri­sti­co fece gi­ra­re e co­no­sce­re in Ita­lia gra­zie a una pre­zio­sa, rara, copia in pel­li­co­la.

 

Il gran fi­na­le è af­fi­da­to al ci­ne­con­cer­to “Ar­ri­ve­der­ci, Ber­lin­guer!”, in an­te­pri­ma as­so­lu­ta a Ci­ne­ma­ze­ro, do­me­ni­ca 2 apri­le 20:45, con mu­si­ca di Mas­si­mo Zam­bo­ni e il gi­ra­to di al­cu­ni tra i mag­gio­ri ci­nea­sti ita­lia­ni. I quasi qua­ran­t'an­ni dalla morte di En­ri­co Ber­lin­guer, av­ve­nu­ta nel 1984, sono l'oc­ca­sio­ne per ri­cor­da­re la sua as­sen­za, senza ec­ces­so di no­stal­gia, e con­sen­to­no di ri­pen­sa­re e rac­con­ta­re la fi­gu­ra di un po­li­ti­co ca­pa­ce di pa­ro­le pe­sa­te e dense, par­te­ci­pa­to e par­te­ci­pan­te. Pro­dut­to­ri del film-spet­ta­co­lo, per la regia di Mi­che­le Mel­la­ra e Ales­san­dro Rossi, sono lo stes­so fe­sti­val e l'Ar­chi­vio Au­dio­vi­si­vo del Mo­vi­men­to Ope­ra­io e De­mo­cra­ti­co, in col­la­bo­ra­zio­ne con Mam­mut Film. Sul palco, ac­can­to a Zam­bo­ni, alla voce e chi­tar­re, ci sa­ran­no Erik Mon­ta­na­ri e Cri­stia­no Ro­ver­si.