Grindhouse

GRINDHOUSE – THE NEW EUROPEAN GENRE CINEMA IS COMING

Dal 4 maggio a Cinemazero partono i nuovi appuntamenti con la rassegna Grindhouse – The new European Genre Cinema is coming, dedicata al cinema di genere. In programma 4 film europei d’autore tra thriller, horror e fantascienza, selezionati tra i migliori titoli più recenti, spesso senza un’uscita in sala e non ancora disponibili sulle piattaforme online. Una serie di anteprime che vogliono far scoprire talenti ancora poco conosciuti e rivolgersi a un pubblico trasversale per interessi, curiosità e passione cinefila.

A scegliere il vincitore sarà il pubblico in sala che, a ogni proiezione, darà un voto al film appena visto. I voti saranno poi sommati tra quelli di tutti i cinema coinvolti nel progetto, in Italia e Slovenia. Grindhouse è infatti una rassegna di ampio respiro che coinvolge 6 cinema italiani e 3 sloveni (Visionario di Udine, Cinemazero di Pordenone, Ariston di Trieste, Cinema Classico di Torino, Cinema Astra di Firenze, Kinemax di Gorizia, Kosovelov Dom Sežana, Mestni Kino Domžale e Kino Mali Union di Celje) vincitori del bando Collaborate to innovate promosso dal network di sale Europa Cinemas.

Programma

giovedì 04 maggio 20.45

The Elderly (Viejos) di Raùl Cerezo, Fernando González Gómez (Spagna, 2022, 96’) – v.o sott.ita.

martedì 09 maggio 20.45

On the Edge (Entre la vie et la mort) di Giordano Gederlini (Belgio/Francia/Spagna, 2022, 100’) – v.o sott.ita

martedì 16 maggio 20.45

Lockdown Tower (La Tour) di Guillame Nicloux (Francia, 2022, 89’) – v.o sott.ita
martedì 23 maggio 20.45 
The Temple Woods Gang (Le Gang Des Bois Du Temple) di Rabah Ameur-Zaïmeche (Francia, 2022, 112’) –  v.o sott.ita

martedì 30 Maggio 18.30 - 20.45
Appuntamento finale proiezione dei 2 finalisti

 

 

 

THE ELDERY(VIEJOS) di Raúl Cerezo e Fernando González Gómez (id. – Spagna, 2022 – 1h 35’). Con Paula Gallego, Irene Anula, Gustavo Salmerón, Zorion Eguileor

Genere: Horror

In una feroce estate madrilena, afflitta da temperature tropicali, un’anziana signora si getta dal balcone di casa. Il vedovo viene accolto a casa del figlio che si è appena rispostato ma gli strani comportamenti del vecchio, che si rivelano per lampi nella routine quotidiana, sembrano essere condivisi e dilagare in tutta la città dove, in un allucinante crescendo, si sta forse preparando un’apocalittica resa dei conti…

Nato da un cortometraggio (nel film è la scena della cena in famiglia), Viejos sembra scritto da un Rafael Azcona sotto acido ed emana infatti, in una chiave che confina tra il puro orrore, la commedia sociale e il grottesco, un soffocante tanfo di chiuso, di sudore, di trasandati interni borghesi, di umori corporali che avrebbe divertito il Ferreri degli esordi. Al centro, naturalmente, il tabù della vecchiaia incarnata in corpi fatiscenti che reclamano un animalesco diritto ad esistere, una sanguigna volontà di sopravvivenza che si trasforma in sinistra riscossa. Eppure Raúl Cerezo e Fernando González Gómez sanno gestire con abilità gli ingredienti, riuscendo a somministrare, nelle giuste dosi, razioni di puro terrore e di commedia macabra. Il resto lo ha fatto il Covid-19: “ha trasportato il film – dicono gli autori – in un luogo molto più complesso, senza cercarlo. Ci riferivamo alla pandemia senza che esistesse ancora, ma esisteva davvero, perché la storia si ripete. E si ripeterà.”.

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ON THE EDGE di Giordano Gederlini (Entre la vie et la mort – Belgio/Francia/Spagna, 2022 – 1h 40’). Con Antonio de la Torre, Marine Vacth, Olivier Gourmet, Fabrice Adde

Genere: Thriller

Lo spagnolo Leo Castaneda vive a Bruxelles, dove guida la linea 6 della metropolitana. Una sera, entrando in una stazione deserta, incrocia lo sguardo di un adolescente, in piedi sulla banchina. E’ un attimo e il ragazzo si getta sotto il vagone. Sceso sui binari per soccorrerlo, Leo riconosce suo figlio Hugo che non vedeva da anni. Per scoprire il perché di questo tragico gesto, l’uomo comincia a indagare scoprendo che il figlio è stato coinvolto in una sanguinosa rapina. E finisce così per ritrovarsi incastrato tra una spietata gang locale e la polizia che ha iniziato a nutrire sospetti sulla sua vera identità…

Vigoroso thriller transeuropeo “tra la vita e la morte” (così il titolo originale) scritto e diretto da Giordano Gederlini, già autore delle sceneggiature di I miserabili di Ladj Ly e di Tueurs di Jean-François Hensgens e François Troukens. Gederlini è nato in Cile, ha vissuto in Spagna e ora vive in Belgio: come il suo autore, il protagonista di On the edge è un esule che vive in uno strano limbo. Ma siamo pur sempre in un noir e dunque il suo passato non può che essere misterioso: costretto dalle circostanze a fare i conti con quello che si è lasciato alle spalle ma anche con il caos che gli si para davanti, Leo si muove come un fantasma in una città notturna e spettrale. Il grande cast all’opera – Antonio de la Torre, Marine Vacth e Olivier Gourmet – contribuisce alla straniante sensazione di assistere a un film europeo d’autore che si è ritrovato, per uno strano corto circuito, intrappolato dentro un film di genere. O viceversa.

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LOCKDOWN TOWER /LA TOUR di Guillaume Nicloux (id. – Francia, 2022 – 1h 29’). Con Angèle Mac, Hatik [Clément Penhoat], Ahmed Abdel Laoui, Kylian Larmonie

Genere: Horror metafisico

Sembra una mattina come le altre e invece, al risveglio, gli abitanti di un anonimo grattacielo scoprono che una misteriosa coltre di nero opaco ha avvolto l’edificio e “divora” non solo la luce ma ogni materia organica o inerte che provi ad attraversarla. Intrappolati all’interno senza possibilità alcuna di comunicare con il resto del mondo, gli inquilini cercano di organizzarsi per la sopravvivenza ma la condizione estrema in cui si sono ritrovati innesca una regressione verso gli istinti più brutali e oscuri che avrà terribili esiti.

Un’apocalisse condominiale avvolta in uno schermo nero, uno studio sulla paura, un film di genere segnato da una visione intima e personale. “E’ stata la dimensione soprannaturale causata dal lockdown ad aver fornito il punto di partenza per la storia. In modo del tutto naturale, ho attinto all’apprensione dell’isolamento e al riaffiorare di una paura infantile, quella del buio totale”. Se il “cinema della resilienza” invita a riscoprire un sentimento ancestrale e quasi religioso di comunità, La tour esplora il lato selvaggio di un’esperienza già estrema. Nicloux – autore che prima o poi andrebbe rivisto con più attenzione – cala la sua distopia metafisica in una dimensione viscerale, concreta, organica che può ricordare lo stile di Andrzej Zulawski la cui visione, non a caso, costituì uno shock per il regista ancora adolescente. L’esito di questa dialettica è un cinema misterioso, sgradevole, a tratti insostenibile, che, come accadeva una volta, non unisce ma divide.

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THE TEMPLE WOODS GANG di Rabah Ameur-Zaïmeche (id. – Francia, 2022 – 1h 52’). Con Régis Laroche, Marie Loustalot,Philippe Petit

Genere: Crime

Nel caseggiato popolare Résidence des Bois du Temple, alla periferia nord-est di Parigi, un gruppo di amici, tra cui un ex veterano delle missioni speciali, si organizza per assaltare un furgone sulla tangenziale della metropoli parigina. Ma nel bottino, tra valige di denaro e preziosi di proprietà di un principe arabo, finiscono inaspettatamente anche documenti molto riservati. La reazione è spietata: un sicario è incaricato di cercare i rapinatori. Lontano dagli occhi distratti del mondo, si sta per aprire una piccola e cruenta guerra.

Le gang des Bois du Temple ha il soggetto di un polar classico ma non la tradizionale struttura ferrea e i tempi serrati. Disinteressato sia ad applicare pedantemente i codici di genere, sia a sabotarne i dispositivi, Rabah Ameur-Zaïmeche incede nella trama criminale in piena libertà, tra digressioni, notazioni apparentemente marginali, sguardi divagatori: tutto inteso a lasciar fluire scampoli di vita reale nel film, a cogliere le forti relazioni all’interno del microcosmo di periferia, a svelare le fragilità e la forza di questa umanità. La quale vive una vita ai margini ma senza dissipazioni, senza autocommiserazione e, malgrado la disillusione, senza depressione. In questo imprevedibile crime dalle tinte sociali, non ci si arrende- mai. Neppure il regista, che porta a casa il film malgrado le restrizioni del budget: “La nostra povertà – dice – è la nostra vera risorsa, ci permette di immaginare ellissi in cui immergerci”.

Per la cronaca, del genere non manca comunque nulla: né rapine, né sorprese, né sparatorie.