Too much... Orson Welles!

Dieci anni fa, nei ma­gaz­zi­ni di Ci­ne­ma­ze­ro, ve­ni­va ri­tro­va­to Too Much John­son, un breve film muto di Orson Wel­les del 1938, gi­ra­to quan­do aveva solo 23 anni. Nel 2013 la pel­li­co­la, pre­ce­den­te a Ci­ti­zen Kane/Quar­to Po­te­re e a lungo con­si­de­ra­ta per­du­ta, è stata re­stau­ra­ta e pre­sen­ta­ta in an­te­pri­ma mon­dia­le a Le Gior­na­te del Ci­ne­ma Muto.  
Por­de­no­ne Docs Fest, il fe­sti­val del do­cu­men­ta­rio di Ci­ne­ma­ze­ro, ri­co­strui­sce l'ec­ce­zio­na­le vi­cen­da gra­zie a un po­d­ca­st ori­gi­na­le dal ti­to­lo "Too Much... Orson Wel­les!", scrit­to a voce da Irene Tom­ma­si per sto­rie­li­be­re.fm, con la col­la­bo­ra­zio­ne di Mas­si­mi­lia­no Coc­cia e di­spo­ni­bi­le on­li­ne sulle mag­gio­ri piat­ta­for­me d’a­scol­to. 

CLIC­CA QUI PER ASCOL­TA­RE IL PO­D­CA­ST


Lo straor­di­na­rio ri­tro­va­men­to, che ha ag­giun­to un nuovo ca­pi­to­lo alla sto­ria del ci­ne­ma, na­scon­de in real­tà una sto­ria in­tri­ca­ta dai re­tro­sce­na mi­ste­rio­si le­ga­ti alla spa­ri­zio­ne del­l’ul­ti­ma copia del film nel­l’in­cen­dio della casa ma­dri­le­na del re­gi­sta nel 1970: una sto­ria per­fet­ta per un po­d­ca­st che cerca di re­sti­tui­re in cin­que pun­ta­te non solo il viag­gio tor­tuo­so della pel­li­co­la ma anche lo sce­na­rio più ampio della New York di fine anni Tren­ta in cui il Too Much John­son pren­de vita, la crisi eco­no­mi­ca del ‘29, il New Deal roo­se­vel­tia­no, lo show bu­si­ness di Broad­way, il nuovo tea­tro ame­ri­ca­no e il pro­li­fi­co ta­len­to del­l’en­fant pro­di­ge Orson Wel­les.  
L’au­tri­ce è Irene Tom­ma­si, por­de­no­ne­se, cre­sciu­ta nelle sale di Ci­ne­ma­ze­ro, di­plo­ma­ta in sce­neg­gia­tu­ra al Cen­tro Spe­ri­men­ta­le di Ci­ne­ma­to­gra­fia di Mi­la­no, lau­rea­ta in Fi­lo­so­fia e spe­cia­liz­za­ta in An­tro­po­lo­gia Cul­tu­ra­le. At­tual­men­te la­vo­ra nel­l'am­bi­to della pro­du­zio­ne ci­ne­ma­to­gra­fi­ca e col­la­bo­ra come se­le­zio­na­tri­ce per il Por­de­no­ne Docs Fest. «Uno degli aspet­ti pro­di­gio­si del do­cu­men­ta­rio - com­men­ta Tom­ma­si - è la sua si­gni­fi­ca­ti­va ri­ca­du­ta in altri ter­ri­to­ri te­ma­ti­ci e ar­ti­sti­ci, in un cir­co­lo vir­tuo­so che sa in­ne­sca­re ri­fles­sio­ni, idee, azio­ni. L’e­splo­ra­zio­ne di que­ste con­ta­mi­na­zio­ni è una delle linee guida del fe­sti­val. Nasce pro­prio da que­sto eser­ci­zio di in­ter­con­nes­sio­ne, il primo po­d­ca­st fir­ma­to Por­de­no­ne Docs Fest».