Pordenone Docs Fest: vincitori

C’era il mondo, que­st’an­no più di sem­pre, al Por­de­no­ne Docs Fest, il fe­sti­val del do­cu­men­ta­rio di Ci­ne­ma­ze­ro. La XVII edi­zio­ne ha con­fer­ma­to una par­te­ci­pa­zio­ne straor­di­na­ria del pub­bli­co, sem­pre nu­me­ro­sis­si­mo e in­te­res­sa­to nei tan­tis­si­mi in­con­tri con ospi­ti e re­gi­sti. Oltre 3.000 i bi­gliet­ti stac­ca­ti e 6.000 le pre­sen­ze to­ta­li, tra pro­ie­zio­ni, in­con­tri, ta­vo­le ro­ton­de, la­bo­ra­to­ri, con­ve­gni, ma­ster­class. Ben 27 i Paesi rap­pre­sen­ta­ti, dai cin­que con­ti­nen­ti, 24 i film in an­te­pri­ma na­zio­na­le e più di tre­cen­to gli ospi­ti, tra re­gi­sti, pro­dut­to­ri, stu­dio­si, esper­ti, ad­det­ti ai la­vo­ri del mondo In­du­stry.

Per cin­que den­sis­si­mi gior­ni, la cit­ta­di­na friu­la­na è stata an­co­ra una volta “ca­pi­ta­le del do­cu­men­ta­rio”. Tra il pub­bli­co, ses­san­ta stu­den­ti di ci­ne­ma da tutta Ita­lia e i tanti gio­va­ni delle scuo­le del ter­ri­to­rio sono la prova di quan­to il fe­sti­val sap­pia guar­da­re e par­la­re al fu­tu­ro. Spet­ta­to­ri e ospi­ti hanno af­fol­la­to non solo il ci­ne­ma e la me­dia­te­ca, ma anche le stra­de del cen­tro, i lo­ca­li e gli hotel. Ogni gior­no, anche lo spa­zio VR di Piaz­zet­ta Ca­vour ha visto file di cu­rio­si per pro­va­re l’e­spe­rien­za di ve­de­re un do­cu­men­ta­rio in real­tà vir­tua­le tra i tanti se­le­zio­na­ti per rac­con­ta­re sto­rie da ogni an­go­lo del globo.

«Die­tro a ogni film c’è un es­se­re umano», dice Ric­car­do Co­stan­ti­ni, cu­ra­to­re del fe­sti­val. «Ri­met­te­re al cen­tro i di­rit­ti umani si­gni­fi­ca pen­sa­re alle per­so­ne, ai loro bi­so­gni più sem­pli­ci, quali amare, es­se­re fe­li­ci, poter con­dur­re una vita in si­cu­rez­za, so­gna­re… Il no­stro è un even­to cul­tu­ra­le con una forte im­pron­ta so­cia­le, con la ferma vo­lon­tà di ren­de­re vi­si­bi­li sto­rie e film che di­ver­sa­men­te ri­mar­reb­be­ro fuori dai cir­cui­ti ci­ne­ma­to­gra­fi­ci e me­dia­ti­ci clas­si­ci e con l’am­bi­zio­ne di con­tri­bui­re con que­sto la­vo­ro a cam­bia­re al­me­no un po’ le cose».

La se­ra­ta di chiu­su­ra, inol­tre, ha visto l’in­ter­ven­to da Bru­xel­les della Vi­ce­pre­si­den­te del Par­la­men­to Eu­ro­peo Pina Pi­cier­no, che ha lo­da­to l’at­ti­vi­tà del fe­sti­val.

Il Gran Jury Award è an­da­to a Me­di­ha di Has­san Oswald, che dopo aver emo­zio­na­to il pub­bli­co du­ran­te la se­ra­ta di aper­tu­ra quan­do è stato con­se­gna­to il pre­mio Cou­ra­ge of Ima­ges alla gio­va­ne pro­ta­go­ni­sta, con­qui­sta anche un pre­mio squi­si­ta­men­te ci­ne­ma­to­gra­fi­co.

Per i giu­ra­ti «Me­di­ha rac­con­ta una real­tà che va oltre ogni fin­zio­ne. Rac­con­ta l’a­tro­ci­tà del­l’I­sis at­tra­ver­so un video dia­rio che ha dato alla pro­ta­go­ni­sta la forza di af­fron­ta­re un trau­ma de­va­stan­te e la forza di rea­gi­re. In Me­di­ha il ci­ne­ma è stato te­ra­pia ed è di­ven­ta­to au­to­gua­ri­gio­ne». Hanno con­se­gna­to il pre­mio il Mae­stro Marco Bel­loc­chio, pre­si­den­te di Giu­ria, as­sie­me a Fi­rou­zeh Kho­sro­va­ni e a Dario Zonta. Dop­pio pre­mio anche per The Gian­ts di Lau­ren­ce Bil­liet e Ra­chael An­to­ny, con pro­ta­go­ni­sta Bob Brown (che ha rag­giun­to Por­de­no­ne dal­l’Au­stra­lia), po­li­ti­co e at­ti­vi­sta au­stra­lia­no in­ter­ve­nu­to in sala per rac­con­ta­re le lotte e i ri­sul­ta­ti di una vita de­di­ca­ta alla pro­te­zio­ne del­l’am­bien­te, dei fiumi e delle fo­re­ste, che ot­tie­ne il Green Do­cu­men­ta­ry Award, per il mi­glior film a te­ma­ti­ca eco­lo­gi­ca e anche lo Young Au­dien­ce Award. La mo­ti­va­zio­ne dei gio­va­ni del Ci­ne­ma­ze­ro Young Club e degli stu­den­ti ac­cor­si da tutta Ita­lia è un’ot­ti­ma pre­sen­ta­zio­ne per la lunga vita che il fe­sti­val au­gu­ra a que­sto film: «Il do­cu­men­ta­rio evi­den­zia il va­lo­re della gen­ti­lez­za, della non vio­len­za e della tol­le­ran­za at­tra­ver­so le bat­ta­glie di Bob Brown che, con il suo im­pe­gno, ci in­se­gna cosa vuol dire sal­va­guar­da­re il no­stro pia­ne­ta tra­smet­ten­do la sua sin­ce­ra spe­ran­za alle nuove ge­ne­ra­zio­ni. Ci emo­zio­na la sua vi­sio­ne del mondo: una “casa per i gen­ti­li di cuore” che rac­chiu­de un pen­sie­ro di ri­spet­to e in­clu­si­vi­tà in cui ci ri­spec­chia­mo». Gra­zie al film, mol­tis­si­me per­so­ne, fuori dal­l’Au­stra­lia, po­tran­no co­no­sce­re la sua sto­ria e il suo esem­pio, che va oltre ogni con­fi­ne e il fe­sti­val, così come si im­pe­gna a far co­no­sce­re al più ampio pub­bli­co pos­si­bi­le i ti­to­li che ospi­ta, si è im­pe­gna­to anche per dif­fon­de­re un mes­sag­gio così im­por­tan­te anche al di là di Por­de­no­ne, or­ga­niz­zan­do al­cu­ni in­con­tri anche a Trie­ste e a Cor­ti­na per va­lo­riz­za­re la sua pre­sen­za in Ita­lia. Il pub­bli­co in­ve­ce ha vo­ta­to per lo scon­vol­gen­te Beyond Uto­pia, che quin­di con­qui­sta l’Au­dien­ce Award.

Anche l’ap­prez­za­ta se­le­zio­ne VR a il suo vin­ci­to­re e il Pre­mio Vir­tual Rea­li­ty è an­da­to a GAWI di My­riam Her­nan­dez, Isa­bel Mo­nar­ca e Lo­ren­zo Pa­ja­ri­to, ospi­ti ec­ce­zio­na­li dal Mes­si­co a Por­de­no­ne per il fe­sti­val: è stato que­sto il ti­to­lo più ap­prez­za­to dai mol­tis­si­mi che hanno vi­si­ta­to lo spa­zio VR. Il do­cu­men­ta­rio è un’im­mer­sio­ne nello spe­cia­le rap­por­to del po­po­lo Ra­ra­mu­ri del nord del Mes­si­co con la terra, i bo­schi e i fiumi, un le­ga­me che por­ta­no avan­ti da mil­len­ni. Una ri­chie­sta d’a­iu­to per­ché la na­tu­ra non venga di­strut­ta in nome del pro­fit­to per pochi.

Il Pre­mio della Cri­ti­ca (com­po­sta da Mi­che­la Ma­nen­te, Ro­ber­to Bal­das­sar­re e Frè­dè­ric Pa­sca­li), in col­la­bo­ra­zio­ne con l'As­so­cia­zio­ne Fe­sti­val ita­lia­ni di Ci­ne­ma e il Sin­da­ca­to na­zio­na­le Cri­ti­ci ci­ne­ma­to­gra­fi­ci ita­lia­ni, è an­da­to in­ve­ce a Kabul Beau­ty di Mar­gaux Benn e So­lé­ne Chal­von Fio­ri­ti «per­ché per­met­te di ri­tro­va­re una real­tà scom­par­sa dalle no­stre cro­na­che quo­ti­dia­ne, quel­la af­ga­na, nella quale la con­di­zio­ne fem­mi­ni­le con­ti­nua a es­se­re re­le­ga­ta in una si­tua­zio­ne tale per cui solo il co­rag­gio, la vo­lon­tà e la so­li­da­rie­tà rie­sco­no a ri­ta­glia­re per le donne spazi di li­ber­tà ed eman­ci­pa­zio­ne». I giu­ra­ti hanno anche vo­lu­to dare una Men­zio­ne spe­cia­le a Copa 71 di Ra­chel Ram­say e James Er­ski­ne «per il va­lo­re do­cu­men­ta­le di un av­ve­ni­men­to cal­ci­sti­co unico per la sua epoca, mai ri­co­no­sciu­to dalla Fe­de­ra­zio­ne In­ter­na­zio­na­le, em­ble­ma di un ra­di­ca­le cam­bia­men­to del co­stu­me e della so­li­da­rie­tà».

Il pub­bli­co, oltre a se­gui­re le pro­ie­zio­ni, anche per l’ul­ti­mo gior­no ha chiu­so l’e­di­zio­ne ri­spon­den­do in massa alla ma­ster class di Marco Bel­loc­chio e Denis Brot­to e con il sold out della pro­du­zio­ne ori­gi­na­le del fe­sti­val (in­sie­me a LUCE – Ci­ne­cit­tà), Acqua, porta via tutto: il ci­ne-con­cer­to con im­ma­gi­ni del­l’I­sti­tu­to Luce con la regia di Ro­land Sejko, le mu­si­che ori­gi­na­li di Teho Tear­do e i versi ine­di­ti di Gian­ma­rio Vil­lal­ta. Tra le pro­du­zio­ni è stato anche dato l’an­nun­cio della pub­bli­ca­zio­ne sulle mag­gio­ri piat­ta­for­me di ascol­to del po­d­ca­st Proi­bi­to!  Cro­na­che di Pro­ces­so per stu­pro di Irene Tom­ma­si.