Francesca Comencini a Cinemazero

«Dopo tanti anni pas­sa­ti a fare il suo stes­so la­vo­ro cer­can­do di es­se­re di­ver­sa da lui, ho vo­lu­to rac­con­ta­re quan­to ogni cosa che sono la devo a lui: ho vo­lu­to ren­de­re omag­gio a mio padre, al suo modo di fare ci­ne­ma, al suo modo di es­se­re, al­l’im­por­tan­za che la sua opera e il suo im­pe­gno hanno avuto per il no­stro ci­ne­ma, al­l’im­por­tan­za che la sua per­so­na ha avuto per me…». Fran­ce­sca Co­men­ci­ni pre­sen­ta così Il tempo che ci vuole, ap­plau­di­to fuori con­cor­so a Ve­ne­zia, e sarà la stes­sa Co­men­ci­ni ad ac­com­pa­gnar­lo mer­co­le­dì 2 ot­to­bre a Ci­ne­ma­ze­ro al ter­mi­ne della pro­ie­zio­ne delle 21.00.

In­ter­pre­ta­to dal gran­dis­si­mo Fa­bri­zio Gi­fu­ni e da Ro­ma­na Mag­gio­ra Ver­ga­no, vista nel film-fe­no­me­no C’è an­co­ra do­ma­ni di Paola Cor­tel­le­si, Il tempo che ci vuole parla del rap­por­to tra Fran­ce­sca e il ce­le­bre padre Luigi, riu­scen­do a ren­de­re uni­ver­sa­le una sto­ria au­to­bio­gra­fi­ca. Una sto­ria di fa­mi­glia. Una sto­ria dove il ci­ne­ma si so­vrap­po­ne alla vita. Una sto­ria che co­min­cia con la de­scri­zio­ne di un’in­fan­zia per­fet­ta per poi se­gui­re, con la mas­si­ma sin­ce­ri­tà, il ritmo na­tu­ra­le delle cose: di­ven­ta­re gran­di, sba­glia­re, ca­de­re e rial­zar­si, ri­co­min­cia­re, in­vec­chia­re, di­ven­ta­re fra­gi­li, la­sciar­si an­da­re ma non per­der­si mai… Quan­to tempo ci vuole per sal­var­si?

«Que­sto film – sono pa­ro­le di Fran­ce­sca Co­men­ci­ni – è il rac­con­to molto per­so­na­le di mo­men­ti con mio padre emer­si dai ri­cor­di e ri­ma­sti vi­vi­di e in­tat­ti nella mia mente. Un rac­con­to per­so­na­le che credo però trovi la giu­sta di­stan­za nel fatto che in mezzo al padre e alla fi­glia c’è sem­pre il ci­ne­ma come pas­sio­ne, scel­ta di vita, modo di stare al mondo. In­tor­no gli anni delle stra­gi, delle ri­vo­lu­zio­ni so­cia­li, della com­par­sa delle dro­ghe, che stra­vol­se­ro la vita di un’in­te­ra ge­ne­ra­zio­ne».

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