Zigaina 100

Se­ra­ta spe­cia­le de­di­ca­ta a Giu­sep­pe Zi­gai­na, ve­ner­dì 25 ot­to­bre alle 21.00 a Ci­ne­ma­ze­ro,  nel­l’am­bi­to ddel­la ras­se­gna "Zi­gai­na 100 / Ana­to­mia di una im­ma­gi­ne" or­ga­niz­za­ta dal Cen­treo Studi Pier Paolo Pa­so­li­ni di Ca­sar­sa, con un’an­te­pri­ma as­so­lu­ta.

Due le pro­ie­zio­ni in pro­gram­ma. Il do­cu­men­ta­rio” Zi­gai­na. La mia idea del di­pin­ge­re (regia di Fran­ce­sco Bor­to­li­ni)” e l’an­te­pri­ma as­so­lu­ta di “1953: Primo Mag­gio a Cer­vi­gna­no”, breve fil­ma­to rea­liz­za­to da Zi­gai­na negli anni in cui il suo im­pe­gno ci­vi­le e po­li­ti­co è stato più in­ten­so, re­stau­ra­to re­cen­te­men­te da Ci­ne­ma­ze­ro e dalla Ci­ne­te­ca del Friu­li.

IN­GRES­SO LI­BE­RO


Il do­cu­men­ta­rio “Zi­gai­na. La mia idea del di­pin­ge­re” di Fran­ce­sco Bor­to­li­ni è un ri­trat­to ine­di­to del pit­to­re che ha per sce­na­rio la sua casa di Cer­vi­gna­no, lo stu­dio dove di­pin­se e scris­se, e il ma­gni­fi­co parco. Il film è ri­ma­sto in­com­piu­to dal 2001, quan­do fu­ro­no ef­fet­tua­te le ri­pre­se, e solo dopo varie vi­cis­si­tu­di­ni ha visto fi­nal­men­te la luce que­st’an­no: gra­zie alla fat­ti­va col­la­bo­ra­zio­ne di Ales­san­dra Zi­gai­na, alla su­per­vi­sio­ne di Ful­vio Tof­fo­li, al mon­tag­gio di Fa­bri­zio Meula, al coor­di­na­men­to di Piero Co­lus­si e al so­ste­gno di Ci­ne­ma­ze­ro, della Ci­ne­te­ca del Friu­li e del Co­mu­ne di Cer­vi­gna­no, il film è stato fi­nal­men­te com­ple­ta­to.

Il pre­zio­so ma­te­ria­le di cui si erano per­du­te le trac­ce a causa della pre­ma­tu­ra scom­par­sa di Bor­to­li­ni nel 2016, ri­com­par­ve qual­che anno fa quan­do una pa­ren­te re­si­den­te a Por­de­no­ne, Fran­ca Er­ra­ni, mo­glie del fra­tel­lo di Bor­to­li­ni, Gian­car­lo, con­se­gnò al­l’a­mi­co Piero Co­lus­si un hard disk dal con­te­nu­to igno­to, ri­tro­va­to nella casa di Agor­do fra gli og­get­ti ap­par­te­nu­ti al re­gi­sta. La sor­pre­sa fu enor­me nel con­sta­ta­re che si trat­ta­va di ri­pre­se della la­gu­na di Grado e di Ma­ra­no, dei campi e dei piop­pe­ti della bassa friu­la­na, luo­ghi e pae­sag­gi cui Giu­sep­pe Zi­gai­na era pro­fon­da­men­to le­ga­to.
Dia­lo­gan­do con Fran­ce­sco Bor­to­li­ni, l’ar­ti­sta rac­con­ta le tante vi­cen­de della sua vita: l’in­fan­zia, la fa­mi­glia d’o­ri­gi­ne, la de­ci­sio­ne di re­sta­re in Friu­li, il suo per­cor­so di ar­ti­sta, i vari pe­rio­di della sua pit­tu­ra, il rap­por­to con il neo­rea­li­smo e con gli in­tel­let­tua­li della sua epoca, l’a­mi­ci­zia pro­fon­da con Pier Paolo Pa­so­li­ni, che aveva co­no­sciu­to a Udine nel­l’im­me­dia­to do­po­guer­ra.

1953: Primo Mag­gio a Cer­vi­gna­no” è una pel­li­co­la che  come scri­ve lo sto­ri­co del ci­ne­ma Carlo Ga­ber­scek, è at­tri­bui­bi­le a pieno ti­to­lo al Neo­rea­li­smo ci­ne­ma­to­gra­fi­co e nella quale Zi­gai­na af­fron­ta l'im­pe­gna­ti­va regia ci­ne­ma­to­gra­fi­ca di un gran­de even­to come quel­lo del I° Mag­gio cer­vi­gna­ne­se tra­spo­nen­do così in pel­li­co­la la sua vi­sio­ne d' ar­ti­sta della pit­tu­ra: “L'i­ti­ne­ra­rio at­tra­ver­so le vie del cen­tro cit­ta­di­no – spie­ga Ga­ber­scek -  la co­reo­gra­fia e l'or­di­ne di mar­cia del­l'im­po­nen­te cor­teo, la sfi­la­ta dei mezzi agri­co­li, carri trai­na­ti da ca­val­li colmi di uo­mi­ni, donne, bam­bi­ni, atle­ti, non­ché trat­to­ri e vari grup­pi a piedi, tra cui i pio­nie­ri, gio­ca­to­ri della squa­dra di cal­cio, gli ope­rai della Saici e quel­li dei can­tie­ri di Mon­fal­co­ne, con ban­die­re, car­tel­lo­ni e stri­scio­ni, la folla di per­so­ne ai bordi delle stra­de che as­si­sto­no al pas­sag­gio del cor­teo, il co­mi­zio nella piaz­za, erano tutti ele­men­ti già pre­di­spo­sti e fis­sa­ti dalle edi­zio­ni degli anni pre­ce­den­ti, con la col­la­bo­ra­zio­ne dello stes­so Zi­gai­na. L'ar­ti­sta rie­sce co­mun­que a co­struir­si uno spa­zio di li­ber­tà crea­ti­va so­prat­tut­to nella prima parte della pel­li­co­la, ov­ve­ro nelle scene (tal­vol­ta ri­pre­se in campo lun­ghis­si­mo) del­l'ar­ri­vo dei ma­ni­fe­stan­ti che a piedi, in bi­ci­clet­ta o sui carri, ma anche in vespa e lam­bret­ta, giun­go­no da vari paesi (Aqui­leia, Terzo di Aqui­leia, Fiu­mi­cel­lo,...​come in­di­ca­no i car­tel­li) at­tra­ver­so le stra­de al­be­ra­te o lungo gli ar­gi­ni dei ca­na­li per rag­giun­ge­re Cer­vi­gna­no. Scene ci­ne­ma­to­gra­fi­che il cui senso di co­ra­li­tà, im­mer­sio­ne nel pae­sag­gio della Bassa friu­la­na a lui così caro ed epi­ci­tà erano già pre­sen­ti nella sua opera pit­to­ri­ca”.