Aspettando Pordenone Docs Fest 2025

8 do­cu­men­ta­ri, 8 se­ra­te, 8 temi di­ver­si, 8 ap­pun­ta­men­ti spe­cia­li di Aspet­tan­do Por­de­no­ne Docs Fest per pre­pa­rar­si al me­glio alla XVIII edi­zio­ne del fe­sti­val del ci­ne­ma do­cu­men­ta­rio che que­st’an­no si terrà dal 02 al 06 apri­le a Ci­ne­ma­ze­ro. 
Come sem­pre una pro­po­sta varia e ar­ti­co­la­ta per ri­flet­te­re in­sie­me sulla no­stra real­tà, sul­l’at­tua­li­tà e su vi­sio­ni ed espe­rien­ze che for­ma­no il no­stro pre­sen­te. Spa­zio a temi quali cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, di­rit­ti delle donne, sto­ria e po­li­ti­ca, con­flit­ti, at­tra­ver­san­do paesi come Ita­lia, Giap­po­ne, Croa­zia, Iran, Un­ghe­ria, Ucrai­na, Bhu­tan, per un per­cor­so se­le­zio­na­to – e di qua­li­tà - per ri­cor­da­re il pas­sa­to, vi­ve­re il pre­sen­te e ri­flet­te­re sul fu­tu­ro. 

 

Gio­ve­dì 6 feb­bra­io 2025  - ore 20.45 
Pro­ie­zio­ne e in­con­tro 
BLACK BOX DIA­RIES 
Di Shio­ri Ito. Giap­po­ne, Regno Unito, Stati Uniti, 2024. 102’ 
Nel ruolo di vit­ti­ma e allo stes­so tempo di re­por­ter che in­da­ga sul pro­prio caso, la gior­na­li­sta Shio­ri Ito, ac­cu­san­do pub­bli­ca­men­te di stu­pro un col­le­ga, ha com­bat­tu­to per un epo­ca­le cam­bia­men­to so­cia­le... e per so­prav­vi­ve­re. 
Quan­do, nel mag­gio 2017, la ven­tot­ten­ne gior­na­li­sta Shio­ri Ito ac­cu­sa di stu­pro il più an­zia­no col­le­ga e bio­gra­fo del­l’al­lo­ra Primo Mi­ni­stro Shin­zo Abe, sa di non avere altra scel­ta, se vuole che il suo caso cambi le an­ti­qua­te leggi giap­po­ne­si sulla vio­len­za ses­sua­le. In una so­cie­tà in cui par­lar­ne aper­ta­men­te è con­si­de­ra­to in­de­co­ro­so, la sua con­fe­ren­za stam­pa scuo­te l’o­pi­nio­ne pub­bli­ca. Nel giro di pochi gior­ni, Shio­ri si trova al cen­tro del di­bat­ti­to po­li­ti­co: la de­stra la con­si­de­ra una mi­nac­cia per il go­ver­no, la si­ni­stra la ac­cla­ma come un’e­roi­na. Mi­nac­ce di morte, cy­ber­bul­li­smo e let­te­re mi­na­to­rie tra­sci­na­no Shio­ri in una spi­ra­le di paura e so­li­tu­di­ne. De­ter­mi­na­ta a dare l’e­sem­pio ad altre vit­ti­me, Shio­ri porta avan­ti il suo caso. Di­ret­to da lei stes­sa con fil­ma­ti pri­va­ti della sua ter­ri­bi­le espe­rien­za, Black Box Dia­ries cat­tu­ra il suo tu­mul­tuo­so, stra­zian­te e in­fi­ne trion­fa­le viag­gio, ri­ve­lan­do il prez­zo umano e so­cia­le da pa­ga­re quan­do si su­bi­sce l’at­tac­co con­giun­to di po­li­ti­ca, media e so­cial net­work.  

Nel­l’oc­ca­sio­ne verrà pre­sen­ta­to il  Ma­ni­fe­sto per una Co­mu­ni­ca­zio­ne Re­spon­sa­bi­le e In­clu­si­va - Do­cu­men­to pro­gram­ma­ti­co di Ci­ne­ma­ze­ro per l’uso di un lin­guag­gio ampio in am­bi­to cul­tu­ra­le, ela­bo­ra­to con la lin­gui­sta Ma­nue­la Ma­ne­ra. 

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Sa­ba­to 15 feb­bra­io | h 19.00 
Pro­ie­zio­ne e in­con­tro 
LI­RI­CA UCRAI­NA 
Di Fran­ce­sca Man­noc­chi. Ita­lia, 2024. 84’ 
Il rac­con­to del­l'U­crai­na at­tra­ver­so le voci di quan­ti hanno vis­su­to l'or­ro­re e le sof­fe­ren­ze della guer­ra. Un film ca­ri­co di do­len­te com­pas­sio­ne nei con­fron­ti di un'u­ma­ni­tà pro­va­ta ma non sot­to­mes­sa. 
Fran­ce­sca Man­noc­chi, una delle mi­glio­ri cor­ri­spon­den­ti di guer­ra in Eu­ro­pa, con­ti­nua il per­cor­so che l’ha por­ta­ta a rac­con­ta­re di­ver­se zone di con­flit­to, dalla Libia al Li­ba­no, al­l’I­raq e, più re­cen­te­men­te, al­l’U­crai­na. Giun­ge a Bucha due gior­ni dopo la li­be­ra­zio­ne dalle trup­pe russe che l'a­ve­va­no oc­cu­pa­ta per 33 gior­ni. Do­cu­men­ta, senza ri­spar­mia­re nulla alla vista, l'ec­ci­dio com­piu­to ai danni della cit­ta­di­nan­za. Av­vi­ci­na le per­so­ne con­qui­stan­do­ne la fi­du­cia per­ché le la­scia par­la­re di ciò che hanno vis­su­to e che an­co­ra stan­no vi­ven­do senza in­ter­rom­pe­re i rac­con­ti. Vuole rac­co­glie­re e rac­con­ta­re le pic­co­le sto­rie dei so­prav­vis­su­ti, gli unici a con­ser­va­re la me­mo­ria. Li­ri­ca Ucrai­na è un’im­mer­sio­ne nelle sof­fe­ren­ze e nella fa­ti­ca del per­do­no che l’uo­mo vive du­ran­te un con­flit­to. 
  
In­ter­vie­ne Fran­ce­sca Man­noc­chi

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Mer­co­le­dì 19 feb­bra­io 2025  ore 20.45 

Pro­ie­zio­ne e in­con­tro 
AN­TE­PRI­MA NA­ZIO­NA­LE 
FIUME O MORTE! 
Di Igor Be­zi­no­vić. Croa­zia, Ita­lia, Slo­ve­nia, 2025, 112’. 
Le vi­sio­ni ul­tra­na­zio­na­li­ste che hanno so­ste­nu­to le azio­ni di D'An­nun­zio nella con­qui­sta della città di Fiume. Lungi da es­se­re una le­zio­ne di sto­ria, il do­cu­men­ta­rio in­da­ga su come il pas­sa­to in­fluen­za il pre­sen­te, ri­flet­ten­do sulla per­si­sten­za delle ideo­lo­gie estre­mi­ste nella so­cie­tà con­tem­po­ra­nea. 
 Le voci degli abi­tan­ti della Fiume con­tem­po­ra­nea ci con­du­co­no at­tra­ver­so uno degli even­ti sto­ri­ci più in­te­res­san­ti e meno esplo­ra­ti del No­ve­cen­to: i se­di­ci mesi del­l’oc­cu­pa­zio­ne della città da parte del poeta Ga­brie­le D’An­nun­zio e dei suoi le­gio­na­ri. Com­po­nen­do in modo ori­gi­na­le straor­di­na­rie im­ma­gi­ni d’ar­chi­vio del­l’e­po­ca e rie­vo­ca­zio­ni che ve­do­no come pro­ta­go­ni­sti gli at­tua­li abi­tan­ti della città, il re­gi­sta fiu­ma­no fa ri­vi­ve­re nello spa­zio pub­bli­co della mo­der­na Ri­je­ka un pe­rio­do in cui la cit­ta­di­na croa­ta ha vis­su­to una tra­sfor­ma­zio­ne ina­spet­ta­ta. Un lun­go­me­trag­gio do­cu­men­ta­rio che at­tin­ge ad ele­men­ti di fin­zio­ne per rac­con­ta­re quan­to la me­mo­ria sia inaf­fi­da­bi­le, la real­tà una co­stru­zio­ne so­cia­le e il 
pre­sen­te una chia­ve fon­da­men­ta­le per com­pren­de­re il fu­tu­ro. 
 
In­ter­ven­go­no il cast del film e il re­gi­sta 

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Gio­ve­dì 6 marzo 2025  ore 20.45 
Pro­ie­zio­ne e in­con­tro  
MY STO­LEN PLA­NET  
di Fa­rah­naz Sha­ri­fi. Ger­ma­nia, Iran, 2024. 75’  
Un rac­con­to per­so­na­le, toc­can­te, in­ten­so di una donna ira­nia­na, che ama il suo Paese e la li­ber­tà. 
 
Farah, nata du­ran­te la ri­vo­lu­zio­ne isla­mi­ca in Iran nel 1979, al­l’e­tà di sette anni si rende conto di vi­ve­re su due pia­ne­ti: quel­lo degli Aya­tol­lah e un altro, na­sco­sto, dove osa es­se­re sé stes­sa. Quan­do ac­qui­sta una ci­ne­pre­sa il suo mondo cre­sce, nu­tri­to dalla danza e dalla gioia. A ciò ag­giun­ge gli ar­chi­vi di fil­ma­ti in 8mm la­scia­ti da altre fa­mi­glie in esi­lio, crean­do così un’al­tra sto­ria, che con­se­gna al mondo, del suo paese. Nel "pia­ne­ta pri­va­to" di Sha­ri­fi  le donne ira­nia­ne sono li­be­re di es­se­re se stes­se e il ba­na­le di­ven­ta bello. Ven­go­no ri­pre­si mo­men­ti di pas­sag­gio, in­ti­mi, che ri­trag­go­no un aspet­to op­po­sto e più tran­quil­lo della re­si­sten­za, ma anche i co­rag­gio­si atti di pro­te­sta nelle stra­de. Dal­l'al­tro lato, il mondo ester­no è sem­pre do­cu­men­ta­to, con i te­le­fo­ni cel­lu­la­ri pun­ta­ti in fac­cia e gli occhi di­gi­ta­li che os­ser­va­no in con­ti­nua­zio­ne. At­tra­ver­so la voce fuori campo, la re­gi­sta mette in di­scus­sio­ne il suo im­pul­so a fil­ma­re tutto. Ma "fil­ma­re o non fil­ma­re" non è mai la do­man­da. Il ci­ne­ma è te­sti­mo­ne di tra­ge­die e in­giu­sti­zie, e il ci­ne­ma do­cu­men­ta­rio è quin­di anche in­fi­ni­ta­men­te vi­ta­le. 

In­ter­vie­ne Mer­se­deh Ghae­di, at­ti­vi­sta ira­nia­na ri­fu­gia­ta in Eu­ro­pa 

Un even­to in oc­ca­sio­ne di  An­te­pri­ma De­di­ca 2025 a Kader Ab­do­lah. 
In col­la­bo­ra­zio­ne con  Neda Day – Por­de­no­ne  
Nella ri­cor­ren­za della  Gior­na­ta in­ter­na­zio­na­le dei di­rit­ti delle donne 

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Gio­ve­dì 13 marzo 2025  ore 20.45 
Pro­ie­zio­ne e in­con­tro 
THE GIAN­TS 
di Lau­ren­ce Bil­liet, Ra­chael An­to­ny. Au­stra­lia, 2023’. 83’ 

Il de­sti­no degli al­be­ri, i gi­gan­ti della fo­re­sta, si in­trec­cia con quel­lo degli es­se­ri umani, nel ri­trat­to poe­ti­co del­l’at­ti­vi­sta e po­li­ti­co au­stra­lia­no Bob Brown. Gra­zie al suo im­pe­gno, la Ta­sma­nia ri­ma­ne an­co­ra un pa­ra­di­so na­tu­ra­le.   
Cin­quan­t’an­ni di at­ti­vi­smo: la sto­ria di Bob Brown, me­di­co, padre del­l’am­bien­ta­li­smo au­stra­lia­no e in­di­scus­sa icona gay, è una fonte po­ten­te e gen­ti­le di ispi­ra­zio­ne. Il suo im­pe­gno esor­di­sce nella cam­pa­gna per sal­va­re l’ul­ti­mo fiume sel­vag­gio della Ta­sma­nia e con­ti­nua an­co­ra oggi, con la lotta per la fo­re­sta plu­via­le di Tar­ki­ne. Bob Brown ha scel­to di de­di­ca­re tutto sé stes­so alla sal­va­guar­dia del­l’am­bien­te riu­scen­do a por­ta­re il par­ti­to dei Verdi al cuore della po­li­ti­ca au­stra­lia­na. Lui ne è certo: la sua vita si in­trec­cia con lo straor­di­na­rio ciclo di vita degli al­be­ri, i veri gi­gan­ti della fo­re­sta. Ce­le­bra­to come uno dei do­cu­men­ta­ri au­stra­lia­ni di mag­gior suc­ces­so del 2023, The Gian­ts ha mo­bi­li­ta­to in­di­vi­dui e co­mu­ni­tà in di­fe­sa delle fo­re­ste fa­con­do in modo che il con­tra­sto alla de­fo­re­sta­zio­ne di­ven­tas­se parte del­l’a­gen­da po­li­ti­ca del paese.   

In­ter­vie­ne in video Bob Brown

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Gio­ve­dì 20 marzo 2025  ore 20.45 
AGENT OF HAP­PI­NESS 
di Arun Bhat­ta­rai, Do­rot­tya Zurbó. Bhu­tan, Un­ghe­ria,2024. 94’ 
Quan­do si trat­ta di ca­pi­re un Paese, chie­de­re sem­pli­ce­men­te "sei fe­li­ce?" ai suoi cit­ta­di­ni messi da­van­ti ad una te­le­ca­me­ra può sem­bra­re sem­pli­ci­sti­co o ri­dut­ti­vo, ep­pu­re fun­zio­na.   
 
Come si può mi­su­ra­re la fe­li­ci­tà? Il Bhu­tan ha in­ven­ta­to la “Fe­li­ci­tà Na­zio­na­le Lorda” per farlo, e Amber è uno degli agen­ti che viag­gia di porta in porta per in­con­tra­re le per­so­ne e mi­su­ra­re quan­to siano real­men­te fe­li­ci. Sot­to­po­ne ad ogni par­te­ci­pan­te  148 do­man­de di­ver­se, molte delle quali re­gi­stra­te con un va­lo­re com­pre­so tra uno e dieci. Si va dal test della per­so­na­li­tà - il senso di sod­di­sfa­zio­ne, di ap­par­te­nen­za o di rab­bia - alla mi­su­ra­zio­ne del be­nes­se­re in base al nu­me­ro di muc­che e asini pos­se­du­ti. Amber, dal canto suo, a 40 anni vive an­co­ra con l'an­zia­na madre, ma è un in­gua­ri­bi­le ro­man­ti­co che sogna di tro­va­re l'a­mo­re: un agen­te della fe­li­ci­tà che è alla ri­cer­ca della pro­pria fe­li­ci­tà. In­sie­me ad Amber in­tra­pren­dia­mo un viag­gio at­tra­ver­so il Paese, in­con­tran­do cit­ta­di­ni di ogni estra­zio­ne so­cia­le, che ci ri­cor­da­no la fra­gi­li­tà e la bel­lez­za della no­stra fe­li­ci­tà. A pre­scin­de­re da dove vi­via­mo.

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Gio­ve­dì 27 marzo 2025  ore 20.45 
DE­MO­CRA­CY NOIR 
Di Con­nie Field. Stati Uniti, Ger­ma­nia, Da­ni­mar­ca, 2024. 113’ 
Tre co­rag­gio­se donne in lotta per de­nun­cia­re le bugie e la cor­ru­zio­ne del go­ver­no, sfi­dan­do il par­ti­to ul­tra-con­ser­va­to­re Fi­desz.   
Nella au­da­ce asce­sa glo­ba­le di un nuovo au­to­ri­ta­ri­smo, pochi po­li­ti­ci si sono di­mo­stra­ti tanto abili e de­ter­mi­na­ti nel mi­na­re le basi della de­mo­cra­zia quan­to il primo mi­ni­stro un­ghe­re­se Vik­tor Orbán. Eroe per la po­po­la­zio­ne cri­stia­no-con­ser­va­tri­ce del suo Paese e mo­del­lo per le de­stre eu­ro­pee e per Do­nald Trump e i re­pub­bli­ca­ni ame­ri­ca­ni, Orbán sman­tel­la me­to­di­ca­men­te le isti­tu­zio­ni de­mo­cra­ti­che del Paese, man­te­nen­do il gra­di­men­to della mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni. La po­li­ti­ca d’op­po­si­zio­ne Timea, la gior­na­li­sta Ba­bett e l’in­fer­mie­ra Ni­ko­let­ta  de­nun­cia­no le bugie e la cor­ru­zio­ne del go­ver­no, sfi­dan­do il par­ti­to ul­tra-con­ser­va­to­re Fi­desz. A ogni passo che Orbán com­pie verso l’au­to­cra­zia, que­ste donne si or­ga­niz­za­no e spe­ri­men­ta­no stra­te­gie in­no­va­ti­ve per con­tra­sta­re uno dei de­ma­go­ghi più po­ten­ti e ap­pa­ren­te­men­te inar­re­sta­bi­li del­l’Oc­ci­den­te. Ma di fron­te a que­sta nuova e oscu­ra forma di au­to­ri­ta­ri­smo c’è an­co­ra una re­si­sten­za vi­ta­le: le te­sti­mo­nian­ze e le scel­te di Timea, Ba­bett e Niko di­mo­stra­no la ne­ces­si­tà di di­fen­de­re la de­mo­cra­zia e la li­ber­tà.  

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