L'Angelo azzurro

Ri­tor­na a Ci­ne­ma­ze­ro Il mae­stro al mi­cro­sco­pio, ap­pun­ta­men­to per tutti gli aman­ti della set­ti­ma arte, ma anche per cu­rio­si spet­ta­to­ri, per co­no­sce­re e ap­pro­fon­di­re tutti gli aspet­ti di quei film che sono en­tra­ti nella sto­ria del ci­ne­ma mon­dia­le. 
Mar­te­dì 11 marzo alle 20.30 in ver­sio­ne ori­gi­na­le con sot­to­ti­to­li in ita­lia­no sarà pro­iet­ta­to L’an­ge­lo az­zur­ro (Der blaue Engel, 1930) di­ret­to da Josef von Stern­berg e in­ter­pre­ta­to da Mar­le­ne Die­tri­ch. 
Prima della pro­ie­zio­ne Paolo An­to­nio D’An­drea, for­ma­to­re di Ci­ne­ma­ze­ro, pre­sen­te­rà il film at­tra­ver­so un’a­na­li­si cri­ti­ca. 

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Il pro­fes­sor Im­ma­nuel Rath è estre­ma­men­te esi­gen­te con i suoi stu­den­ti che lo di­leg­gia­no in sua as­sen­za. Quan­do sco­pre che sono degli am­mi­ra­to­ri della bella Lola Lola, che si esi­bi­sce nel ca­ba­ret "L'an­ge­lo az­zur­ro", de­ci­de di an­da­re a ve­ri­fi­ca­re sul posto come sia que­sto ele­men­to di di­stra­zio­ne. Ne verrà at­trat­to al punto di spo­sar­la e la­scia­re per lei l'in­se­gna­men­to. La de­ci­sio­ne non sarà senza con­se­guen­ze. 
 
Ca­po­la­vo­ro in­di­scus­so del primo ci­ne­ma so­no­ro te­de­sco, L’an­ge­lo az­zur­ro lan­ciò un nuovo mito fem­mi­ni­le che avreb­be in­fluen­za­to la sto­ria, non solo del ci­ne­ma. L’am­bi­gua, sen­sua­le, ci­ni­ca can­tan­te di ca­ba­ret Lola Lola è un per­so­nag­gio ico­ni­co, il primo che Mar­le­ne Die­tri­ch in­ter­pre­tò nel suo lungo so­da­li­zio (otto film) con Jo­se­ph von Stern­berg, il re­gi­sta che ne pla­smò l’im­ma­gi­ne di donna fa­ta­le, li­be­ra ed eman­ci­pa­ta. Do­ta­ta di una bel­lez­za, di un fa­sci­no, di qua­li­tà at­to­ria­li fuori scala, Mar­le­ne Die­tri­ch è molto più di una diva, è una delle gran­di fi­gu­re fem­mi­ni­li del Ven­te­si­mo se­co­lo, ca­pa­ce di sfi­da­re e mo­di­fi­ca­re le norme della so­cie­tà. 
 “La sua Lola Lola” - ha spie­ga­to il cri­ti­co ci­ne­ma­to­gra­fi­co Roy Me­na­ri­ni - “che la sca­ra­ven­tò sotto i ri­flet­to­ri, è il trion­fo di eros e tha­na­tos per la cul­tu­ra eu­ro­pea. Il pro­fes­so­re che cede al suo fa­sci­no roco ed ero­ti­co è un esem­pio della crisi di Wei­mar. Star e Sto­ria per sem­pre in­sie­me in un film a suo modo per­ver­so”. 
 
Re­stau­ra­to da Frie­dri­ch-Wi­lhelm-Mur­nau-Stif­tung in col­la­bo­ra­zio­ne con Bun­de­sar­chiv pres­so i la­bo­ra­to­ri Om­ni­ma­go e L’Im­ma­gi­ne Ri­tro­va­ta, a par­ti­re da un con­tro­ti­po ne­ga­ti­vo ni­tra­to e da un du­pli­ca­to ne­ga­ti­vo uti­liz­za­to per le scene man­can­ti. Con il so­ste­gno di Beauf­trag­te der Bun­de­sre­gie­rung für Kul­tur und Me­dien (BKM)